Mas oui, ecco, ecco a chi
assomiglia! Tolti i baffetti inzuccherati, Silvio Berlusconi, sull’onda a
palazzo Chigi, è il ritratto sputato di Hercule Poirot, in onda su rete 4.
Stessa statura tascabile, stessa andatura trottolina, stessa testa d’uovo,
stessa fronte spaziosa (inutile per uno dei due), stesso amore ricambiato per se
stesso, stesso carattere bizzoso, stessa eleganza obsoleta (il doppiopetto
piombato su un tappetto è un crimine stilistico da lodo Caraceni, e francamente
non si capisce perché il cavaliere non si consenta anche le ghette, che oltre
Poirot fanno molto zio Paperone).
Qui giunti, però, le analogie
s’arrestano, e partono le divergenze parallele.
Quando Hercule si appella alla
sua intelligenza, alle sue celluline grigie, risulta decisamente credibile.
Quando ci s’appella Silvio, decisamente comico: "Hanno fatto una prova
sulla mia funzionalità cerebrale e fisica e hanno deciso che sono un miracolo
che cammina".
Quando Hercule va in giro per
il mondo, tutti lo riconoscono e lo stimano. Quando ci va Silvio, tutti lo
riconoscono.
Hercule non ama promettere più
di quanto non mantenga, Silvio adora promettere proprio in quanto non mantiene.
Hercule detesta le ciance e i
fanfaroni, Silvio ci sguazza come nei dobloni.
Hercule preferisce ascoltare e
poi parlare, Silvio pretende di parlare e non ascolta.
Hercule dalla verità è
attratto come una calamita, Silvio ne è contratto come una calamità.
Hercule risolve i casi suoi da
solo, Silvio mai senza 500 maggiordomi che gli servono i lodi su un vassoio.
Hercule fiuta subito i tipi
spericolati e li spedisce in carcere, Silvio pure li fiuta subito e li spedisce
in Parlamento o a casa sua a fare gli stallieri.
Hercule ha pochi, fidati amici
che l’adorano e sempre quelli, non litiga mai, non regala effusioni. Silvio ha
amici che definisce "doppi, tripli e sfasciacarrozze", e che
ricambiano chiamandolo "mafioso, berluscaz, balabiott", e tra loro un
po’ si minacciano un po’ si sbaciucchiano, di solito nei tète a tète del
lunedì oppure alla Camera (del Parlamento).
Hercule è prudenzialmente
scapolo, Silvio ha, per il momento, due mogli, senza soluzione di continuità e
non s’è capito come fa.
Hercule con l’amico Estinks
si concede ogni tanto una tazza di te o di tisana, Silvio con l’amico Putin si
vanta di carburare a vodka: gli effetti, in entrambi i casi, son lampanti.
Hercule ha un carisma naturale,
magnetico, discreto. Silvio usa il make-up: fondo tinta, mascara e calze a velo.
L’approccio di Hercule con le
signore: "Madame, lei è sempre più incantevole". Quello di Silvio:
"Dài Viviana, fagliela vedere".
Hercule alla fine ti spiega
sempre il mistero, e non se ne va finché non l’ha chiarito. Silvio non spiega
mai un accidente e sul più bello se la squaglia perché lo incalza un impegno
istituzionale, tipo il Milan A.C. a bordo campo.
Insomma Silvio è dritto, ma
Hercule è più dritto e se c’è uno che può fregare Silvio, quello è
proprio Hercule. Per cui noi proponiamo: Hercule Poirot a palazzo Chigi, e
Silvio Berlusconi su rete 4. Possibilmente via satellite. |