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Domenica  27 Luglio 2003 CENTOMOVIMENTI-NEWS di CIRENO
Siamo vincoli o sparpagliati ?
Diciamoci la verità: se i partiti dell’opposizione a Berlusconi e alla Casa della sua Libertà continueranno a rimarcare le differenze, del resto logiche, tra partito e partito, se non perderanno occasione per dichiararsi in perfetto disaccordo l’uno con l’altro, se ogni leader o quasi leader dirà la sua su ogni tema, preferibilmente diversa da quella degli altri, alle prossime elezioni, malgrado il disastro che questo governo sicuramente avrà realizzato, si correrà il rischio concreto di vedere ancora vincere il Cavaliere con la sua corte di nani, saltimbanchi e ballerine. Le avvisaglie di questo timore sono sui giornali e sono apparse subito dopo che Prodi ha proposto, per le elezioni europee, uno schieramento unico di tutti i partiti del centro-sinistra. Ogni responsabile di partito ha detto la sua opinione, quasi mai in accordo sulla proposta. Mancino ha parlato di astrattezza politica, Franceschini di difficoltà realizzative, Follini dall’altra parte ha approfittato del momento per chiamare a raccolta gli ex-democristiani (che nostalgia della vecchia balena bianca..) sotto un’unica bandiera, naturalmente azzurra e probabilmente con richiamo alla vecchia DC, Bertinotti dice ma, D’Alema forse, Rutelli magari, Di Pietro osserva.
 
Ora a me sembra logico che ognuno ami le proprie idee e i simboli che le rappresentano, come mi sembra normale che le differenze esistano specialmente, anzi forse solamente, nei partiti e nei movimenti di opposizione. Dall’altra parte, nella Casa della Libertà per Berlusconi & C., le differenze evidentemente ci sono ma ogni membro della corte del re, per forza o per amore, ha saputo, o deve, accettare come volontà comune quella del proprietario, perché questa negazione delle proprie idee ha dato, e loro sperano che continuerà a dare, poltrone e governo. Non è importante che Bossi gracchi le sue idee opposte a quelle di Fini, per esempio, importante è che comunque sia, pur con qualche distinguo di facciata, indispensabile proprio per non perdere la facciata di fronte ai propri elettori, alla fine si trovi una forma di intesa comune, la compattezza del gruppo, come ieri l’ha definita Berlusconi: proprio come una qualsiasi SpA, dove il consiglio di amministrazione si muove, pur con idee e personalità diverse nei suoi componenti, per un solo obiettivo: il profitto.
 
Nella SpA Casa delle Libertà personali, il profitto è il potere, il governo del paese, e l’obiettivo finale sembra davvero essere quello indicato nel programma della loggia P2 di Licio Gelli: controllo di tutti i media, repubblica presidenziale, ridimensionamento dei sindacati ecc.ecc. Davanti all’apparente "compattezza" del monolito Casa delle Libertà c’è la vivacità dell’opposizione, che non è una vivacità di idee e di proposte, che sarebbe altamente auspicabile, ma semplicemente una irrequietezza di opinioni quasi sempre diverse se non addirittura contrastanti. Chiaro che davanti a un simile panorama, unità di intenti e pensieri da una parte e frammentazione di idee e propositi dall’altra, l’elettore medio, quello che si forma l’idea su come votare all’ultimo momento, viene normalmente attratto più dal finto ordine delle truppe berlusconiane che non dall’apparente litigio continuo dell’opposizione. Del resto la passata legislatura, iniziata con Prodi leader e terminata con una bella esposizione di confusione, ha dimostrato, al di la di ogni ragionevole dubbio, come senza una linea comune condivisa, i partiti del centro sinistra siano stati capaci di far del male a loro stessi prima e poi di consegnare il governo del paese a questo assemblaggio di compagni di merende.
 
Ora sembra che la lezione non abbia dato nessun frutto. Si prosegue nella linea delle discussioni continue, al punto che anche i più fedeli elettori del centro sinistra non ci capiscono più niente, e molti, proprio in ragione di questo fatto tipico del passato dell’Ulivo, che erano arrivati ad astenersi dal votare così continuando continueranno a farlo anche in futuro. Gli si può dare torto? Assolutamente no, perché non c’è peggior abito per vestire una coalizione che non quello che l’opposizione indossa: la confusione, la mancanza di chiarezza, il veder remare tutti nella medesima direzione e per lo stesso porto. E qui sorge la domanda che Totò, il nostro grande attore nemmeno tanto comico, rese famosa: ma siamo vincoli o sparpagliati? Che ha un significato preciso: uniti o divisi.
 
Io sono convinto che gli italiani, nella loro maggioranza, siano istintivamente favorevoli ai partiti centro sinistra. Non posso pensare che i lavoratori votino contro i loro stessi interessi, contro una protezione sociale conquistata con decenni di lotte da loro stessi condotte, contro la protezione sindacale e tutte quelle opportunità che lo stato sociale offre ai suoi cittadini, quindi il problema sta nel manico: probabilmente non abbiamo, nelle nostre file, personaggi con una visione ampia della politica e che proprio per la loro ridotta dimensione e personalità, si accontentano di "partecipare" anziché puntare alla grande responsabilità di governare. Non vedo altre spiegazioni.
 
Però noi, e quando dico noi mi riferisco ai rappresentanti dei centomovimenti, possiamo dare una scossa a questa situazione di passiva discordia. Possiamo ribellarci nei fatti, magari minacciando la totale astensione dal voto laddove non emerga con chiarezza una sicura unità progettuale. Potessimo farlo, dovremmo forse anche creare un comitato di coordinamento dei vari movimenti per poter parlare con voce unitaria a questi signori….della guerra che sembrano privilegiare i loro piccoli interessi di bottega a quelli più ampi del governo della nazione e della lotta, reale e non solo parlata, all’occupazione della casa del governo da parte di queste truppe straniere ai nostri interessi sociali.
 
Non è che un personaggio sia migliore o peggiore di un altro, a sentirli parlare tutti potrebbero anche avere ragione, però SOLO dal loro punto di vista, troppo spesso appunto deformato da interessi di parte. Potrebbero anche aver ragione se presi singolarmente ma il fatto di essersi messi in una coalizione che punta a vincere le elezioni prossime, dimostra che hanno torto tutti, perché, così facendo non concluderanno un bel niente e noi ce ne staremo sempre qui, con la penna in mano, a descrivere gli errori e i disastri del governo del cavalier Berlusconi.

 

 
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