In altri tempi, avrei suggerito
al cavalier Silvio Berlusconi di non servirsi più dell´aiuto di Sandro Bondi,
portavoce di Forza Italia. L´avete di sicuro presente il personaggio: è quel
signore dall´età indefinibile, di colorito cereo, stempiato, la voce flautata,
i modi curiali, che ogni sera compare nei tigì e dichiara qualcosa. La dichiara
sempre dentro la stessa scenografia: forse il suo ufficio o il suo salotto
privato, nel quale campeggia una foto racchiusa in una cornice preziosa. La
foto, manco a dirlo, è del suo principale: il premier, il capo del partito, il
leader mandato dalla Provvidenza a salvare l´Italia dai comunisti, ma prima
ancora a ispirare le setose parole di Bondi.
Fin qui, tutto bene, o quasi:
nessun motivo per un licenziamento in tronco. Però, da qualche giorno, dopo la
pubblicazione delle cinquecento e passa pagine della sentenza Imi-Sir, il
soavissimo Bondi ha cambiato natura. Di colpo, ha messo fuori denti aguzzi e
artigli che straziano. Da pacifico idolatra del Cavaliere, si è mutato in un
crociato con lo spadone sguainato. E come primo gesto guerresco ha proposto
l´ormai famosa commissione parlamentare che mandi al tappeto la Spectre bramosa
di diventare padrona del paese. Un´associazione a delinquere dai fini eversivi
che, nella visione stralunata di Bondi, si fonderebbe su tre soggetti capaci
d´ogni nefandezza: le sinistre, le toghe rosse e il gruppo editoriale
Espresso-Repubblica.
Dopo questo primo assalto,
Bondi è passato subito al secondo gesto di guerra: una lunga intervista a un
quotidiano non ostile al Cavaliere, ´Libero´ di Vittorio Feltri. Ma in questo
caso ha commesso un errore fatale: si è lasciato intervistare dal giornalista
sbagliato, Renato Farina. Perché sbagliato? Perché Farina è un trapano dolce,
mira al sodo, ossia al risultato professionale, e cerca di cavare dal
personaggio che ha sotto mano il meglio o il peggio di quel che porta dentro di
sé, nelle anse più nascoste dell´animo. Farina ha fatto lo stesso con Bondi.
Lo ha trapanato nel profondo. E poi ha stampato l´esito dell´intervento su
´Libero´ di domenica 10 agosto.
Vogliamo cogliere fior da fiore
in questa autoanalisi bondesca? Leggete qua. Essere moderati "vuol dire
realizzare con la politica i principi cristiani e liberali a 360 gradi. Questa
è Forza Italia, questo è il cuore dell´azione politica del centrodestra. La
sinistra vuole impedircelo, con ogni mezzo. Dobbiamo contrastarla, o l´Italia
non sopravviverà". Anche se gli alleati recalcitrano a certe misure, come
la commissione anti-giudici, "di fronte a una opposizione che attraverso la
magistratura si fa eversiva, noi di Forza Italia passi indietro non ne facciamo
più. Saremo sempre forza di stabilità, siamo maturi. Ma siamo la guida".
E ancora: ecco l´infamia
"di una certa magistratura che svergogna l´Italia, culla del diritto e del
senso cristiano dell´umanità. La commissione d´inchiesta è niente rispetto a
quello che scriveranno gli storici su questo periodo della nostra storia".
"A sinistra mi odiano profondamente. Mi aspetto tutto il male. Brutti
scherzi, in tutti i sensi. Li conosco bene, posso aspettarmi di tutto". Per
fortuna, sulla loro strada, le sinistre "hanno trovato un ostacolo chiamato
Berlusconi, e questo non glie lo perdoneranno mai. Ma è per questo che
Berlusconi è già nella storia".
Certo, quel dio del Berlusca!
Quanta differenza rispetto ai capi di An e del Cdu: "Oggi ci sono troppi
leader impazienti. La loro auto-sopravalutazione può provocare molti guai,
soprattutto per loro stessi, se non viene contenuta... Berlusconi è un´altra
cosa: c´è una forza morale, religiosa, umana. Berlusconi incarna una nuova
politica, dei valori e del fare. È una politica che definirei femminile".
"Questa è una gaffe"
osserva Farina, forse un tantino maschilista. Ma Bondi, marmoreo, continua:
"Intendo una politica che concepisce il potere come uno strumento per
aumentare il benessere e la libertà dei cittadini. E ha come scopo quello di
umanizzare la società. Aderisce alla realtà misteriosa della vita che viene
elevata attraverso l´intelligenza del cuore".
"Un leone mistico":
così ´Libero´ definisce Bondi. Ma servono i mistici, ancorché leonini, per
fare da portavoce a un partito? Nel mio piccolo, penso di no. Tuttavia il
Cavaliere al femminile, immensamente più grande di un bestiarista, non
licenzierà il suo Bondi. Lo manterrà dove sta. E gli farà sparare sempre
nuove bordate gonfie di fede religiosa nelle virtù del capo, nel suo
"messaggio ideale e morale", nella sua vocazione a umanizzare questa
laida società, nella sua miracolistica capacità di elevare non si sa bene a
quale altezza la realtà misterica della vita...
Tutta robaccia e nemmeno nuova.
Chi ha i capelli bianchi l´ha già incontrata in altre epoche, sempre finite
male. Ma c´è un problema. E stavolta riguarda noi che ci opponiamo al
Berlusca. Se i suoi pasticcioni, incompetenti e trafficanti si nascondono dietro
i mistici alla Bondi, che cosa faranno i mistici che stanno nelle nostre file?
Ci sono anche loro, purtroppo. E sembrano capaci di combinare soltanto
sfracelli. Per questo ne riparleremo. |