Dopo l'incredibile scoop della settimana scorsa (la truffa della
corrente elettrica) siamo qui ancora una volta per stupirvi con una
notizia che dire che e' una bomba e' un vezzeggiativo! Il superscoop
alla settimana! Questo si' che e' ritmo!!! Leggete, maniaci
dell'occulto!!!
Siamo ai confini della realta'. Oggi, maggio 2003, pianeta Italia.
Quel che succede e' che c'e' un signore che ha diritto a un bene e un
altro signore che lo detiene e che riesce a non consegnarglielo e che lo
fa grazie a una legge scritta apposta per lui.
C'e' una decisione ufficiale dello stato, una sentenza del Consiglio di
Stato, una sentenza della Corte Costituzionale che danno ragione al
legittimo concessionario di questo bene conteso ma non c'e' niente da
fare.
E guardate che una sentenza della Corte Costituzionale non e' un
giochino tanto per ridere, e' la cosa piu' seria che ti puo' succedere.
In un pianeta di media moralita' quando la Corte Costituzionale dice una
cosa parte la polizia a metterla in pratica, e se ci sono problemi
intervengono istantaneamente l'Aviazione e la cavalleria pesante. Cioe',
la Costituzione e' la base del nostro ordinamento democratico, mica
ciccioli.
Ma il fatto ancor piu' incredibile e' che da un'inchiesta che noi
abbiamo realizzato su di un campione di 100 italiani con licenza media
superiore solo uno (UNO!!!) era a conoscenza di questa storia.
E, in effetti, tutti i mezzi di informazione hanno brillato per aver
totalmente censurato qualunque notizia sul caso oppure le hanno
riportate in modo stitico affinche' passassero il piu' possibile
inosservate.
E, ancora una volta, la sinistra ci fa la sua bella figura.
Ma per capire bene questa vergogna nazionale nascosta dobbiamo fare un
passo indietro e partire dall'inizio.
Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che
trasmettevano non contemporaneamente gli stessi programmi, era una
furbata che permetteva di violare la legge, visto che al tempo era
vietato a soggetti privati di possedere televisioni nazionali. Ma
Berlusconi si mette d'accordo con Craxi che gli fa un decreto legge
apposta. Cosi' Berlusconi ha finalmente tre televisioni nazionali vere.
Ma molti storcono il naso perche', essendo possibili solo 11 reti
nazionali, e' un po' anomalo che un solo imprenditore se ne prenda tre;
le frequenze televisive sono un bene dello stato e lo stato dovrebbe
assegnarle permettendo ai cittadini di concorrere in modo paritario. Non
siamo nel Far West che il primo che arriva si prende tutto. Inoltre,
possedere tre reti contemporaneamente sembrava un po' esagerato...
Cosi' nel 1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420, stabiliva in
difesa del pluralismo, che un unico soggetto privato non potesse
detenere tre reti nazionali concedendo un periodo di transizione e
rimettendo il problema al legislatore per una sollecita soluzione
definitiva entro e non oltre l'agosto 1996.
A questo punto la classe politica si trova in un bel pasticcio. Come si
fa a dirlo a Berlusconi?
La sinistra non poteva agire perche', come ha ricordato l'on.
Luciano Violante a Montecitorio, il 2 marzo 2002, parlando di quel
periodo: "A Berlusconi nel '94 offrimmo delle garanzie sulle sue
televisioni: non sarebbero state toccate. Lo sa Berlusconi e lo sa anche
Letta".
Cosi' arriva il 1996, scade nell'indifferenza generale la decisione
della Corte Costituzionale e Berlusconi continua ad avere tre tv.
Nel 1997 la legge Maccanico, pur con un anno di ritardo rispetto alle
raccomandazioni della Corte Costituzionale, stabiliva che un soggetto
non potesse detenere piu' di due reti, e che, finche' non ci fosse
stato un "congruo sviluppo" via satellite e cavo (oggi
superiore al 1000% rispetto a quella data), Rete4 avrebbe potuto
continuare a trasmettere via etere, quest'ultima decisione in palese
contrasto con le decisioni della Corte Costituzionale che aveva deciso
per un termine definitivo entro l'agosto 1996.
Poi D'Alema, una volta diventato capo del governo, decide di risolvere
la questione e indice una gara per l'assegnazione delle concessioni
delle reti nazionali.
La commissione nominata dal Ministero, e' presieduta da un avvocato di
Mediaset. Berlusconi si aspetta che finalmente possa detenere
legittimamente, con un regolare mandato dello Stato, e non perche' se le
e' prese e basta, le sue tre reti e relative frequenze.
Nel luglio 1999 si svolge questa gara d'appalto, per partecipare si
richiedono requisiti spaventosi e sembra chiaro che nessuno riuscira' a
scombinare i giochi.
Invece, colpo di scena, arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno di
documenti e dice: "Buon giorno sono Francesco Di Stefano di Europa
7, vorrei due RAI nazionali, grazie."
Panico! E chi e' questo? E' pazzo?
No, non e' pazzo, e' il loro peggior incubo.
Un signor Nessuno, spuntato dal nulla, che ha tutte le carte in regola.
Cavolo non ci avevano pensato! E adesso cosa facciamo?
Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote: "Le manca il
certificato 3457!"
"No e' qui!"
"Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?"
"Ne ho due, bastano?"
Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara richiede di avere 12
miliardi di capitale interamente versato lei ne ha solo 12 puo' chiedere
una sola tv."
"Balle!" Risponde il signor Di Stefano, "dodici miliardi
sono per concorrere non per ognuna delle due frequenze". Ricorre al
Tar e poi al Consiglio di Stato e vince.
Insomma alla fine gli devono dare UNA concessione per una rete nazionale
e presto anche una seconda perche' ne ha diritto e a Berlusconi ne
tolgono una, non che la debba chiudere, deve traslocarla sul satellite
che ormai e' ricevuto da 18 milioni di italiani. Ma in effetti, volendo
potevano lasciare anche tre reti a Berlusconi e darne comunque due a Di
Stefano, visto che a tutt'oggi due sono le reti di Tele+ (che Murdock
deve mollare, questo e' stato stabilito chiaramente quando gli e' stato
concesso di inglobare Tele+ e Stream).
Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente.
Evidentemente lui deve essere uno che da piccolo lo allenavano ad
abbattere i muri con la cerbottana perche' avvia una serie di
procedimenti giudiziari spaventosa. Ingiunzioni, diffide, cause penali,
civili, regionali, Commissione Europea. E vince tutti i ricorsi, tutti
gli appelli, tutte le perizie. E alla fine arriva alla Corte
Costituzionale che nel novembre 2002, sentenza numero 466-2002, ha
stabilito inequivocabilmente che Retequattro, dal 1 Gennaio 2004
dovra' emigrare sul satellite, e ha stabilito che le frequenze resesi
disponibili, dovranno essere assegnate al legittimo possessore nella
persona di Di Stefano!
L'avete sentito dire al telegiornale?
Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e ci ha
risposto in modo lapidario ma con un lieve sorriso:
"Nonostante siano trascorsi ben nove anni dalla decisione della
Corte Costituzionale e quattro anni dal mancato rilascio della
Concessione, Retequattro continua a trasmettere, mentre Europa 7, pur
avendo ottenuto la Concessione, non e' stata messa in condizione di
trasmettere perche' non le sono state assegnate le frequenze di cui
aveva e ha diritto.
Attualmente Mediaset continua a detenere e utilizzare appieno tre reti
nazionali su un totale di sette concessioni assegnate sulle undici
assegnabili (comprese quelle Rai).
Il fatto che un soggetto, a cui e' stata data una concessione (in
concessione si da' un bene pubblico, in questo caso le frequenze), non
riceva poi materialmente il bene e' un avvenimento che non ha precedenti
al mondo.
Nel luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta di due
concessioni, una (Europa 7) l'ha ottenuta, per l'altra (7 Plus) c'e'
stato un diniego, in quanto non ritenuta idonea per la mancanza del
requisito del capitale sociale.
Una sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto esistente il
requisito del capitale sociale, per cui siamo in attesa di una seconda
concessione, anche se il Ministro Gasparri prende tempo.
Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si e' dotata
di una struttura di oltre 20.000 mq, di otto grandi studi di
registrazione per le proprie eventuali produzioni, di una library di
oltre 3000 ore di programmi e di tutto cio' che e' necessario per
esercire una rete televisiva nazionale che prevede circa 700 dipendenti.
Questa preparazione e' stata necessaria poiche' la legge stabilisce che,
entro sei mesi dall'ottenimento della concessione, la neo-emittente ha
l'obbligo di iniziare le trasmissioni.
Attualmente Centro Europa 7, e' una societa' praticamente ferma, non ha
alcun introito, poiche' non e' stata messa in condizione di operare, ma
ha avuto, e continua ad avere, pesanti oneri per la gestione della
struttura, l'adeguamento della library, l'adeguamento tecnologico, le
ingenti spese legali, i costi dei dipendenti, ecc, pur avendo nel
frattempo chiuso gli uffici di Milano ed altre infrastrutture per
cercare di ridurre i costi.
Centro Europa 7 si trova in questa situazione a causa di gravi
inadempienze e omissioni da parte del Ministero per le Comunicazioni
e soprattutto da parte dell'Autorita' per le Comunicazioni nei confronti
dei quali sono stati sviluppati numerosi ricorsi e numerose
diffide."
Ma ora (diciottesimo colpo di scena!) la situazione diventa esplosiva
perche' Gasparri si sta muovendo per salvare Rete 4 dalla retrocessione.
Il D.D.L. Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in
pratica un condono, riconoscendo il diritto di trasmettere a
"soggetti privi di titolo" che occupano frequenze in virtu' di
provvedimenti temporanei, come le sentenze sospensive dei TAR,
discriminando cosi' le imprese come Europa 7 che hanno legittima
concessione, il tutto sempre al fine di salvaguardare Retequattro.
Infatti, quest'ultima potra' continuare a trasmettere, in barba alla
sentenza del '94 e del 2002 della Corte Costituzionale e della legge
249/97, pur non avendo ormai da quasi quattro anni la concessione,
mentre Europa 7 non potra' mai trasmettere, dimenticando che nel luglio
1999 c'e' stata una regolare gara dello Stato per assegnare le
concessioni, gara persa da Retequattro e vinta da Europa 7.
Si realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del diritto. In
pratica, chi ha perso la gara (Retequattro) puo' continuare
tranquillamente a trasmettere, e chi l'ha vinta (Europa 7), perde
definitivamente tale diritto.
Non vi sembra straordinario?
Ma qui viene il bello: la cosa e' talmente sporca che fa vomitare, ma la
sinistra non reputa sia il caso di incatenarsi ai banchi e darsi fuoco
davanti al Palazzo. E allora tocca ai deputati del Polo fare una cosa
sensata!!! Travolti da un miracoloso afflato civico bocciano alla Camera
dei Deputati il decreto Gasparri proprio laddove vuol tagliare la gola a
Europa 7.
E a questo punto vien da pensare che Dio esiste.
Certo bisogna vedere come va al Senato.
E' chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni sono per
ricompattare i suoi, che se lo mollano adesso... Che lui in fondo
potrebbe vivere anche solo con due televisioni, che un cristiano normale
si deve accontentare di due palle... Ma e' l'idea che una sua frequenza
finisca a Di Stefano che lo fa impazzire. Che oltretutto Di Stefano e'
piu' bello di Cacciari...
Comunque, non tutto e' perduto. Bisogna vedere cosa fa il
Senato... E poi la legge deve tornare alla Camera... E poi bisogna
vedere se Ciampi la firma una legge del genere. Sarebbe proprio abnorme.
Si tratta di una questione sostanziale per la legalita' e il pluralismo
dell'informazione nel nostro paese, gia' piu' volte schiaffeggiata. Ma
qui saremmo all'oltraggio definitivo del concetto stesso di stato di
diritto.
Gravita' nella gravita', un conto e' fare una legge per non finire in
galera, un conto e' fare una legge per prendersi qualche cosa che
appartiene a un altro. Si comincia cosi' e poi si pretende il Jus Primae
Noctis.
Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo momento si
sta giocando una partita incredibile. Se questa legge passa quel che e'
tuo e' suo.
E medita pure, se vuoi, su questa sinistra bolsa che non vede neppure il
Re quando appare nudo fino in fondo e non lo attacca mai veramente dove
gli da' fastidio.
E, visto che i leader della sinistra non sembrano interessati a
occuparsi dei fatti della vita (sono troppo impegnati a fare a gara a
chi ce l'ha piu' lungo), sara' il caso di guardarci in faccia e dirci la
verita'.
Il signor Di Stefano, qui, chi lo difende?
Ci scrivete due righe che cosi' va a letto piu' contento la sera?
Cioe', sarebbe utile mandare due righe al presidente. Al tuo presidente.
Sai il presidente di quella cosa che si chiama Repubblica democratica
fondata sul lavoro... e' una cosa che tra averla e non averla e' meglio
sempre averla, cosi' per scaramanzia, casomai ti servisse.
Vedi un po' tu ma a noi sembra giusto firmarla una letterina al tuo
presidente della Repubblica e magari anche a Pera e Casini.
E vedi tu se riesci a far girare questa mail. Che secondo me anche solo
se si sa in internet un po' li rende nervosi... Che poi casomai gli
viene di fare un altro passo falso... Che internet non conta niente in
borsa ma siamo comunque una decina di milioni...
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A sua Eccellenza il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio
Ciampi
A sua Eccellenza il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini
A sua Eccellenza il Presidente del Senato Marcello Pera
Noi sottoscritti cittadini italiani ci rivolgiamo a Voi e alle Vostre
cariche istituzionali perche' siamo scandalizzati e profondamente offesi
in quanto una decisione dello Stato Italiano non viene applicata e si
tenta di legiferare in modo tale che chi possiede un bene per diritto
non ne possa usufruire.
Esattamente quanto e' accaduto all'azienda Centro Europa 7 Spa, che e'
legittimamente in diritto di utilizzare due frequenze televisive
nazionali assegnatele tramite una gara ufficiale dello Stato Italiano ma
che, al momento, a piu' di tre anni di distanza, non ha nessuna
frequenza sulla quale trasmettere.
Al contrario, Rete 4 non ha nessun diritto di trasmettere ma continua a
occupare abusivamente una frequenza che e' stata assegnata a Centro
Europa 7.
Non capiamo proprio come sia possibile tollerare un simile
stravolgimento del diritto all'interno di una democrazia costituzionale.
In Fede
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