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da REPUBBLICA - 14 Gen 2001
Cosa ci aspetta...
di EUGENIO SCALFARI

[...] Ho letto ieri su "24 Ore" un'intervista importante di Giulio Tremonti, ministro del Tesoro "in pectore" d'un eventuale governo Berlusconi. (C'è) ...un punto che Tremonti finalmente chiarisce e cioè in che modo il centrodestra pensa di finanziare lo sviluppo economico e in particolare gli investimenti in infrastrutture e la riduzione della pressione fiscale, voci entrambe assai massicce nel programma promissorio che Berlusconi diffonde ormai da tutte le tribune e con tutti i potenti megafoni dei quali dispone.
 
La parola miracolosa che Tremonti usa come una bacchetta magica è "project financing". Forse va tradotto per esser più chiari. Per sostenere un vasto piano di lavori pubblici, Tremonti pensa di prendere i denari a prestito dal sistema bancario e poi ripagarli con l'aumento del reddito e quindi del gettito fiscale che ne deriverà al netto niente meno dai massicci ribassi fiscali che Berlusconi promette dal canto suo.
 
L'idea non è affatto nuova: in tempi mussoliniani si chiamava "circuito dei capitali"; in tempi democristiani si è chiamato debito pubblico in abnorme espansione.
 
Il "project financing" equipara il bilancio di competenza a quello di cassa, questa è la bacchetta magica di Tremonti: i soldi di cui il governo ha bisogno li anticipano i privati perciò non escono dalla Tesoreria pubblica; saranno resi coi proventi quando arriveranno.
 
Naturalmente il Tesoro accende un debito e lo garantisce. Si chiama debito di firma e pesa sul bilancio, ma Tremonti sorvola su questo punto come sorvolarono a tempo loro i vari Cirino Pomicino e soci. Ma non sorvola la Commissione di Bruxelles né i firmatari del patto di stabilità che i membri della Uem hanno firmato. Perciò il programma Tremonti-Berlusconi è scritto sull'acqua e serve solo ad ingannare i gonzi. Pinocchio alle prese col gatto e la volpe.
 
Purtroppo i gonzi sono numerosi e questo è un guaio serio.

 
 

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