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LA PADANIA - 30 Ago 1998
Le gesta di Lucky Berlusca
di MAX PARISI
Il curriculum giudiziario del Cavaliere farebbe invidia a un
boss della mala. Per salvarlo un plotone di parlamentari,
avvocati e giornalisti
In realtà, i cosiddetti "guai giudiziari" di Silvio
Berlusconi non appartengono tutti al medesimo ceppo (da intendersi come
blocco...).Berlusconi infatti, ha molteplici e differenti fronti aperti
con la giustizia - più qualcuno appena chiuso con pesanti condanne - che
in qualche modo rappresentano, dal punto di vista del codice penale, la
sua intera carriera di imprenditore.Andiamo a ritroso. RICICLAGGIO
SOLDI DELLA MAFIA Attualmente Silvio Berlusconi è sotto inchiesta da
parte della Procura della Repubblica di Palermo - magistrato delegato alle
indagini il sostituto procuratore Domenico Gozzo - per l'ipotesi di reato
di riciclaggio di capitali provenienti dalla mafia siciliana, la meglio
nota Cosa Nostra. Questa indagine nasce, per così dire, come "costola" del
processo in corso sempre a Palermo contro Marcello Dell'Utri, a sua volta
accusato di connivenza con questa organizzazione criminale (vedi articolo
in pagina).Stando alle scarne informazioni raccolte in ambienti giudiziari
palermitani, a dare impulso a quest'azione della magistratura contro il
Cavaliere è stato un testimone, Filippo Alberto Rapisarda, potente
finanziere siciliano operante a Milano dai primi anni Settanta. Rapisarda
- hanno riferito alcuni giornali fra luglio e agosto - avrebbe reso a più
riprese testimonianze il cui contenuto sarebbe di estrema gravità. Avrebbe
riferito di miliardi ottenuti da Berlusconi dalla "famiglia" (in senso
mafioso) dei Salvo, boss di Salemi. Nino e Ignazio Salvo, oggi entrambi
deceduti, entrarono nel mirino di Giovanni Falcone già a metà degli anni
Ottanta, tanto che vennero rinviati a giudizio nel primo maxi processo
alla mafia istruito proprio da Falcone. Nino non fece a tempo a vedere la
fine del dibattimento, morì di cancro in un ospedale di Bellinzona, in
Svizzera, la notte del 18 gennaio 1986. Ignazio verrà ucciso in un agguato
teso da Leoluca Bagarella e altri sicari, tra i quali - pensate - anche
Gaetano Sangiorgi, marito di sua nipote, Angela Salvo, la sera del 17
settembre 1992.Ebbene, stando alle dichiarazioni di Rapisarda, sentito -
ripeto - in qualità di testimone dalla Procura palermitana, il Cavalier
Berlusconi avrebbe ottenuto dai cugini Salvo tramite i "buoni uffici" di
Marcello Dell'Utri un ingentissimo capitale.Il "prestito", sempre che si
possa chiamare così, sarebbe stato erogato a cavallo tra il 1977 e il
1978, la somma era di 5 miliardi (25 miliardi e 353 milioni di oggi -
fonte Istat). Vero, falso? I magistrati, coadiuvati dalla Direzione
Investigativa Antimafia e da esperti della Guardia di Finanza, stanno
verificando. Sempre quest'estate, la Procura di Palermo ha sequestrato i
libri societari delle 22 Holding (Dalla Holding Italiana Prima alla
Ventiduesima) che detengono il capitale della Fininvest. Anche in questo
caso, sono in corso accertamenti. Soprattutto, si cerca di capire la
ragione per la quale Silvio Berlusconi per una larga parte degli anni
Settanta e Ottanta fece amministrare in maniera fiduciaria forti quote di
queste società-cassaforte alla finanziaria Par.Ma.Fid di Milano, società
che contemporaneamente amministrava parte dei beni di pericolosi gangster
e finanzieri di mafia operanti all'ombra della Madonnina. Come vedete, al
di là delle parole di molti "pentiti", non ultimo Francesco Di Carlo, che
ha "narrato" di incontri diretti avvenuti a Milano fra Silvio Berlusconi,
Stefano Bontate e Mimmo Teresi, - questi ultimi due all'epoca dei fatti
(metà-fine anni Settanta) ai vertici dell'organizzazione mafiosa - c'è ben
altro su cui i magistrati vogliono fare chiarezza. E per la verità, anche
noi. CORRUZIONE DI MAGISTRATI ROMANI Naturalmente non sono solo questi
- come si diceva - i "guai giudiziari" del Cavaliere di Arcore. Ricordate
il clamoroso caso Previti, Squillante, Pacifico, Acampora? Ebbene, a
Milano i magistrati sospettano fortemente - anzi, hanno carte bancarie in
tal senso - che le ingentissime somme "girate" da Cesare Previti ad
"amici" magistrati romani (leggermente corrotti...) in realtà provenissero
non dai "risparmi" dell'avvocato della Fininvest, bensì dalle tasche di
Berlusconi tramite la vasta ragnatela societaria estera nelle sue mani.
Anche in questo caso specifico, la posta è altissima. Se venisse
dimostrato processualmente il ruolo di "mandante" di Berlusconi nei
confronti di Previti, l'impero finanziario del Cavaliere crollerebbe di
schianto. In ballo c'è - niente di meno che - la Mondadori, rimasta per un
lungo periodo al centro di una ferocissima battaglia legale fra De
Benedetti e il Signore della Fininvest.Se Previti agì per corrompere -
riuscendoci - i magistrati capitolini che alla fine in effetti diedero
"ragione" al Cavaliere, e per farlo usò proprio i soldi del Cavaliere,
sarebbe un disastro immane per Silvio. Dal punto di vista economico, si
innescherebbe una causa per danni che in pratica lo porterebbe diritto
alla rovina, dal punto di vista dell'immagine neanche a parlarne, sotto il
profilo strettamente giudiziario poi, nel caso venisse condannato, il
reato di corruzione di magistrati ha una rilevanza assai pesante, quanto
ad anni di carcere. VIOLAZIONE LEGGI ANTITRUST IN SPAGNA Se questi
due eventi giudiziari già bastano per capire quale "futuro" potrebbe
aspettare Berlusconi in Italia, c'è da aggiungere che perfino in Spagna i
giudici vogliono vederci molto chiaro sulla gestione patrimoniale della
televisione impiantata in quella nazione dal signor Fininvest. L'ipotesi
al vaglio dei giudici spagnoli circa le "azioni" di Berlusconi è di aver
bellamente violato le leggi sia sull'antitrust, sia per ciò che attiene
più semplicemente alla tassazione. Tra l'altro, Berlusconi deve prestare
la massima attenzione a quello che fa, rispetto la magistratura iberica.
Là, l'immunità parlamentare italiana non vale, sia ben chiaro. In ogni
caso, questi sono solo i primi nodi che stanno venendo al pettine.
CAPITOLO BANCA RASINI Quando qualcuno si prenderà la briga di
"aprire" il capitolo Banca Rasini, magari sequestrandone l'archivio
tutt'oggi esistente, magari interrogando alcuni dei suoi ex funzionari
tutt'oggi in pensione (non al cimitero), e magari anche ponendo qualche
domanda a qualcuno degli ex correntisti tutt'oggi facilmente
rintracciabili, si scriverebbero pagine davvero inedite della storia di
Silvio Berlusconi e famiglia. Certi comportamenti, certa spregiudicatezza,
certe amicizie non si inventano dalla sera alla mattina. Bisogna avere dei
maestri, e il giovane Silvio di allora ne ebbe più d'uno, nella banca dove
lavorò suo padre per vent'anni. E LUI? A tutto ciò, comunque,
Berlusconi risponde in maniera scomposta. A chi gli domanda pubblicamente
spiegazioni - ad esempio il sottoscritto -, oppone l'ira dei suoi
fedelissimi e l'azione dei suoi legali. A chi testimonia presso i
magistrati, vedi Rapisarda, querele amplificate da potenti campagne
televisive e della carta stampata (tutti mezzi da lui controllati) e
infine direttamente ai giudici impressionanti pressioni concentriche a cui
portano man forte "legioni" di deputati e senatori di Forza Italia in
Parlamento. Di fronte a questo esercito formidabile, che dire? Golia
sembrava invincibile.
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