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L'ESPRESSO - 26 Set 2000
Un suggerimento a Cicciobello
di GIAMPAOLO PANSA

Un suggerimento a Cicciobello che va in guerra col Berlusca.
 
Da ieri sera, con il ritiro di Amato, Rutelli è il candidato dell’Ulivo. Lo aspetta una campagna rovente. Dove vedremo cose turche. Ma anche lui deve correggere un suo piccolo difetto...
L’Ulivo non è morto, come molti pensavano, e come qualche volta ho temuto anch’io. Non è morto perché ha saputo offrirci una grande sorpresa positiva, dopo mesi e mesi di vitaccia grama, di tran-tran mefitico, insomma la sbobba che conoscete più di me.
La sorpresa, come vogliono i tempi d’oggi, ci è stata recapitata in tivù, ieri sera, nel “Porta a Porta” vespista: Giuliano Amato si è sfilato dalla contesa con Rutelli per la premiership dell’Ulivo e ha detto al centro-sinistra: scegliete come candidato il sindaco di Roma.
A quel punto, dinanzi agli occhi sbarrati di un Vespa che, invecchiando, nella faccia e nelle smorfie assomiglia sempre più a Mussolini, si è aperta di fatto la campagna elettorale. E si è aperta nel modo migliore per l’Ulivo. Infatti, grazie al bel gesto di Amato (gesto obbligato, dirà qualcuno, ma gli obblighi si possono onorare in mille modi diversi), il centro-sinistra si aggiudica il primo round contro il Casotto della Libertà di padron Berlusca.
I berluscones volevano veder l’Ulivo dilaniarsi di qui al 14 ottobre nella rissa Amato-Rutelli. Lo desideravano stremato da un’attesa senza senso (e quasi quasi c’erano riusciti). Godevano nel contare tutti i distinguo, i dubbi, i rancori, le utopie fumose, le proposte velleitarie, partoriti dall’eterna vocazione allo sconfittismo della sinistra italica e anche del centro che le fa da alleato riottoso.
Invece, niente di tutto questo. Il gesto di Amato consente all’Ulivo una partenza buona. Ha messo lo stop alla lotta interna. Consente di lanciare una candidatura, quella di Cicciobello, non priva di difetti, naturalmente, ma che era l’unica in grado di consentire almeno l’inizio di una battaglia elettorale. Dà più forza alla figura dello stesso Amato e (si spera) maggior compattezza nel lavoro difficile che attende il suo governo e la coalizione, primo fra tutti il varo della nuova legge elettorale.
Insomma, round vinto perché mette in chiaro almeno un punto: che gli ulivisti, e per primi Rutelli e Amato, venderanno cara la pelle prima di dichiararsi sconfitti. E forse forse (perché non sperarci?) riusciranno pure a capovolgere i tronfi programmi di vittoria che Berlusconi ha già steso da un pezzo. E, per ultimo, ma non meno importante, questa prima vittoria rinsalda la segreteria di Walter Veltroni, che è stato il regista dell’intera faccenda. Conoscete i miei dubbi sul personaggio, ma bisogna essere realisti: con questi chiari di luna, è meglio avere, nel nuovo Bottegone di via Nazionale, un segretario debole o uno forte?
Che il punto sia toccato all’Ulivo, lo dice la reazione imbufalita del Polo di centro-destra. Lo si è visto subito, nel salotto vespista. Giuliano Ferrara è scattato (si fa per dire) sulla poltrona, come se l’avessero infilzato con uno spillone rovente. Ha dato fuori di matto, contro Rutelli, “pariolino” da strapazzo, e contro lo stesso Amato, “un pavido”. Ma il dottor Sottile lo ha zittito con modi da professore gelido. E Ferrara non ha più aperto bocca.
Adesso la palla passa a Rutelli. I suoi primi commenti sono di buonsenso. Nel viaggio verso Sidney, ha detto, a proposito della propria candidatura: «E’ un onore, ma la battaglia sarà durissima». Pronostico errato per difetto. La battaglia sarà mortale. Il Polo farà di tutto per radere al suolo Cicciobello. Lo si constata già, da giorni, su tutti i media berlusconiani. Vedremo cose turche, e ributtanti. La destra infoiata, e impaurita da un candidato forte, è davvero capace di tutto. Umberto Bossi non sarà il solo a farci venire il vomito.
Un’altra battuta di Rutelli, sempre dopo il ritiro di Amato, suona così: «Concordia e generosità hanno mosso e accomunano tutte le forze del centro-sinistra». Ottimo giudizio. Che Cicciobello deve fare proprio, nel senso di mutarlo in un consiglio a se stesso. Sia concorde e generoso con chi lo sostiene, anche da posizioni critiche. Negli ultimi tempi non lo è stato quasi mai.

 
 

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