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La STAMPA - 19 Gen 2001
Lunga vita al Cavaliere
di MASSIMO GRAMELLINI

Ora che egli stesso lo ha confermato davanti alle "Telecamere" di Anna La Rosa, possiamo rivelarvi che la questione politica più dibattuta degli ultimi mesi non è stata la salute dei conti pubblici, ma quella di Berlusconi.
Secondo una tecnica magistralmente illustrata dal Manzoni, anche questo pettegolezzo si nutriva di confidenze "esclusive" che ciascun benificiato riteneva inderogabile estendere a un amico, ovviamente pregandolo di non parlarne con nessuno.
 
A settembre il nuovo tumore di Berlusconi era grande come una mela, ma a Natale aveva assunto le dimensioni di una zucca, salvo dissolversi ieri nel sorriso rassicurante dell’interessato, che in tv ha detto di star bene e in privato minaccia di fermarsi 5 anni a palazzo Chigi e 7 al Quirinale prima di togliere il disturbo, sempre che in Vaticano non ci sia bisogno di lui: il bianco gli dona.
 
L’ottima forma di Berlusconi dovrebbe rallegrare i suoi oppositori più ossessivi, riconducibili all’area antidalemiana dell’Ulivo. La dipartita del Grande Satana sancirebbe per molti ayatollah la fine di una carriera fondata sulla sua demonizzazione.
Con chi se la prenderebbero per spaventare gli elettori? Col "fascista" Fini e il "baluba" Bossi? Ma senza il burattinaio di Arcore quei due non fanno più paura: non abbastanza almeno per indurre i nauseati a votare Rutelli.
Lunga vita al Cavaliere: senza di lui la sinistra è perduta.

 
 

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