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REPUBBLICA - 28 Gen 2001
"Il Polo in preda al panico"
di UMBERTO ROSSO
Rutelli: contro l'election day in piazza solo i
loro funzionari. Il candidato dell'Ulivo: "Roma capitale dei brogli? Ho
vinto con 400 mila voti di differenza"
ROMA - Non è più sindaco Francesco Rutelli, con "passaggio" del testimone
stamattina ai Fori Imperiali con Walter Veltroni. Alle spalle, sette anni
da primo cittadino, raccontati in un forum a "Repubblica" (nelle pagine
della cronaca romana ndr). Davanti a sé, uno scontro elettorale con
Berlusconi sempre più rovente. Ultime dalla trincea dell'election day:
il leader del Polo chiama perfino al "presidio" dei seggi elettorali per
evitare brogli. "Non si può prendere sul serio uno che parla in questo
modo. Dimostra solo una cosa: che Berlusconi è in preda al panico. Negli
Stati Uniti, la più grande nazione del mondo, la presidenza è stata
aggiudicata con trecento voti di differenza. Nel bipolarismo è forte la
possibilità che si vinca al fotofinish. Il che con i brogli non c'entra
proprio nulla". Berlusconi esibisce cifre e numeri: un milione e
settecentomila voti annullati nel '96, così avrebbe perso le
elezioni... "Ma se uniamo politiche e amministrative l'astensionismo
cala, come dimostrano i dati raccolti dal sottosegretario alle Riforme
Franceschini. Conviene anche a Berlusconi". Antonio Tajani, il
candidato del Polo a sindaco, accusa: proprio Roma è la capitale dei
trucchetti elettorali. Roma caput brogli? "Il Polo ha perso le elezioni
a Roma con 400 mila voti di differenza, proprio contro il sindaco uscente
Francesco Rutelli. E ha perso perchè è una destra faziosa e minoritaria.
Come esattamente dimostrano queste ultime polemiche". Il presidente
Ciampi, parlando della Banca centrale europea, ha detto che è giusto
operare attraverso il principio di maggioranza. "Non posso commentare
le parole del presidente. Per quanto mi riguarda, dico solo che è
assolutamente legittimo andare avanti attraverso questo principio, quando
dall'altra parte si gioca a fare ostruzione. Vale per esempio sul caso del
federalismo, così come per la legge elettorale". Berlusconi si appella
a Ciampi per fermare l'abbinamento di elezioni politiche e
amministrative. "L'appello a Ciampi è del tutto fuori luogo. In tutte
le democrazia è il governo che decide la data delle elezioni. Con un'unica
eccezione: quando la data del voto è prevista dalla Costituzione. E' il
caso degli Stati Uniti. Ma in Europa va diversamente. In Spagna, con il
governo di centrodestra, non è Aznar che ha deciso quando chiamare gli
elettori alle urne?". Ma perchè Berlusconi se la prende tanto
sull'election day, fino al punto da minacciare il ricorso alla
piazza? "Perchè è nervoso, fa la figura di uno in preda al panico. E
così crolla miseramente la sicumera di chi andava sostenendo: ho trenta
punti di vantaggio sul centrosinistra, vi distruggo. Per noi, le uscite di
Berlusconi sono solo buone notizie. Sempre più nervoso, sempre più
aggressivo. E sgradito agli elettori che, in stragrande maggioranza,
trovano incomprensibile questa bagarre che ha scatenato". Vuol dire che
la polemica non paga? "Gli italiani sono ben lieti di votare in una
volta sola, e andranno alle urne in modo responsabile e con grande
certezza di trasparenza". Quindi non risponderanno alla chiamata di
Berlusconi che li vuole in piazza. "Al massimo, può fare una
manifestazione con i funzionari del suo partito, di Forza Italia. Perchè
non sarebbero molti gli italiani che andrebbero in piazza contro un
provvedimento che rende più economico e più semplice il voto, riducendo la
durata della campagna elettorale e risparmiando un sacco di soldi. Senza
contare che sarebbe un disastro per il nostro sistema scolastico. Dal
primo aprile al 9 giugno ci sono 70 giorni, ma tra i ponti, la Pasqua e un
voto ripetuto tre volte si perderebbero 30 giorni di scuola. Troppi.
Invece, potremmo assegnare le centinaia di miliardi che si
risparmierebbero votando in un unico giorno agli allevatori che stanno
vivendo problemi gravissimi". Se non paga il clima di allarme sociale,
allora perchè Berlusconi scatena una polemica tanto violenta sull'election
day? "Perchè un voto disgiunto, nei suoi calcoli, provocherebbe
contraccolpi seri nel centrosinistra. Al Comune di Roma, la candidatura di
Walter Veltroni resterebbe "appesa" fino al momento del voto per il
Campidoglio, a giugno o ottobre. E Berlusconi spera anche di far saltare
un rapporto fra centrosinistra e Rifondazione, mettendo più spazio
possibile fra elezioni politiche e amministrative".
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