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REPUBBLICA - 22 Mar 2001
IN TV LA VOCE DEL PADRONE -
di GIORGIO BOCCA
In televisione debutta la voce del nuovo padrone
LE prove tecniche di regime sono in corso. Il cavalier Berlusconi passa per le assemblee amiche degli industriali o degli artigiani per spiegare, papale papale, il suo progetto di democrazia autoritaria o, se si preferisce, di dittatura morbida. A uditori che ti lasciano nel dubbio se non abbiano capito o se siano d'accordo, o probabilmente entrambe le cose. L'ultimo annuncio è l'invito alla televisione di Stato a eliminare i programmi di satira e, per non aver sorprese, anche quelli di dibattito politico perché la sinistra, parole sue, "utilizza la legge del più forte per mettere in campo queste trasmissioni condotte da militanti, attivisti anche nei quarantacinque giorni finali della campagna elettorale, sottraendole alla par condicio". Lo dice un leader politico che ha parlato per un'ora agli industriali riuniti a Parma ripreso da tutte le televisioni di Stato e integralmente dalla sua Retequattro che gli ha dedicato una intera serata.
Lo stesso che guida le presenze televisive delle ultime settimane con il doppio degli altri leader politici e con il triplo del suo diretto concorrente Rutelli. Per la par condicio! Per opporsi alla prepotenza del più forte! Vuole anche che sia abolito "L'ottavo nano" dove Corrado Guzzanti gli ha chiesto, con una ironia atroce nel suo cupio dissolvi ma non lontana dal vero, di essere grato alla sinistra per tutti gli aiuti che gli ha dato in questa che, più che una campagna elettorale, è una anteprima di ciò che ci attende.
L'uomo sta perdendo il senso della misura? Travolto dalle previsioni di successo, tira fuori il protagonismo che si è sempre portato in petto? Ma no, questa ostentazione di potere, di arroganza, di violenza verbale è voluta, l'uomo vuole apparire cosa intende essere, l'uomo forte che piace all'italiano perennemente alla sua ricerca. Chi aspetta il 13 maggio come il giorno della grande svolta, della rivincita della destra "che non fa prigionieri", il dies irae dei falchi, forse non si è accorto che la svolta è già avvenuta. Perché Berlusconi è un grande incantatore? Perché, come dice, è il migliore del creato? No: perché sta sulla cresta di un'onda che alza tutte le barche della restaurazione, dei ricchi e dei potenti. A Parma quando parlava al suo popolo, agli imprenditori, il suo tono era sincero, quasi commosso, per gli altri, per i sudditi, qualche luogo comune, e le favole per i gonzi.
La svolta è già avvenuta. Il grosso della giustizia si allinea, il pool di Mani pulite si scioglie come neve al sole, mi dicono che anche Gherardo Colombo pensa di gettare la spugna. Con un uso sapiente delle decadenze dei termini e dei sofismi degli avvocati miliardari il grosso della giustizia ha lasciato cadere la punizione dei corrotti, si è rifugiata nelle assoluzioni formali che sono diventate altrettanti certificati di innocenza: avete visto? Le imputazioni che ci venivano mosse erano false, erano congiura politica, persecuzione. Alza la testa anche l'integralismo cattolico, alcuni suoi pii esponenti hanno assunto il tono dei tribuni accusano i magistrati che ancora indagano di essere faziosi e disonesti, in una parola comunisti.
La svolta è già avvenuta nel mondo del lavoro dove la rivoluzione tecnologica ha sbriciolato la compattezza della classe operaia che non ha più alcun controllo della produzione. E come potrebbe, se questa è la stagione dei trasferimenti di fabbriche e di capitali che se ne vanno dove vogliono senza chiedere alcun permesso? Sembra finita anche la repubblica fondata sulla Resistenza, i forzisti di Bologna hanno proposto di cancellarne il riferimento dallo statuto del comune, forse proporranno anche di tirar via dalla facciata del palazzo i nomi e i ritratti dei morti in quella guerra. Se ne è andato il partito comunista, il figlio di La Malfa è passato al Polo e spiega a Modigliani che è per il bene della economia patria, dopo cinquantacinque anni i fascisti di Salò o i loro nipotini stanno per tornare al governo, e la signora Poli Bortone, sindaco di Bari, anticipa il Cavaliere spegnendo nel municipio le trasmissioni Rai "scandalose". Nei suoi discorsi pubblici il Cavaliere non ha la minima esitazione a spiegare al popolo che questa Costituzione non gli piace, che rivolterà burocrazia, giustizia, polizia, ferrovie e aviotrasporti perché non si ripeta più il fastidioso incidente di qualcuno che gli dice di no. Voi dite che è maldestro? Ma no, è uno che vuol far sapere a tutti chi è il nuovo padrone. Certo una richiesta come quella fatta alla televisione di Stato non si era mai sentita: vogliamo una campagna elettorale senza contraddittorio degli avversari. L'unica satira che sopportiamo è quella involontaria dei nostri servi. Resta la domanda di fondo: quelli del seguito chi sono? Gente che non capisce o che è d'accordo con l'omino forte che mette tutti a tacere?
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