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L'ESPRESSO - 12 Apr 2001
CINQUE ANNI AL GOVERNO - L'ULIVO PRESENTA IL BILANCIO
di FRANCESCO DE VITO
LO SCONTRO DEL GIORNO -
Amato sfida "Silvio dei miracoli" a confrontarsi coi dati del "Rapporto all’Italia" e affida il testimone a Rutelli
Si intitola "Rapporto all’Italia" il libro nel quale l’Ulivo presenta il bilancio dei cinque anni di governi del centrosinistra, un volume di 160 pagine illustrato con molti grafici. Se Silvio Berlusconi ama presentare un paese sull’orlo del collasso, al quale solo la sua azione salvifica può porre riparo, l’Ulivo si sforza di dimostrare che nei cinque anni trascorsi la situazione dell’Italia è, al contrario, molto migliorata.
Per l’occasione, la sala del Cenacolo, a Montecitorio, ospita il presidente del Consiglio Giuliano Amato, l’ex presidente Massimo D’Alema, il candidato premier Francesco Rutelli, il vice Piero Fassino, uno stuolo di ministri, sottosegretari e capigruppo parlamentari. Manca Romano Prodi, al quale l’incarico di presidente della Commissione europea consiglia un ruolo più defilato, ma Amato tiene a sottolineare: «Questo è anche il resoconto di Prodi, è soprattutto il suo resoconto».
Tocca a Fassino riassumere i dati più significativi. «Cinque anni fa», ricorda, «l’Italia era un paese ad alta inflazione, alta disoccupazione, alto debito pubblico, a basso tasso di crescita e a moneta fragile. Ora abbiamo l’inflazione più bassa degli ultimi 30 anni, i tassi d’interessi più bassi degli ultimi 20 anni, un debito in costante riduzione e il deficit entro il 2003 azzerato, mentre la disoccupazione è scesa sotto il 10 per cento».
Amato entra in polemica diretta con Berlusconi e parte dal kit distribuito a tutti i candidati del centrodestra durante il seminario alla Fiera di Roma. «Ho letto che una delle ragioni per preferire Berlusconi», afferma, «sarebbe quella che lui è riuscito a portare il Milan dalla serie B ai vertici del mondo. In questa logica il migliore di tutti allora sarebbe Zoff. Ma l’Italia ha una posizione migliore di quella che occupa ora il Milan in campionato. E su questo "Silvio dei miracoli" si deve confrontarsi». Poi si rivolge a Rutelli per passargli il testimone: «Ci sarà ancora molto lavoro da fare. Ma ti consegniamo un’Italia migliore di quella del ‘96, che consente traguardi più ambiziosi per il futuro».
In quanto a vis polemica nei confronti del centrodestra, D’Alema non è da meno. «Nella sua straripante esibizione di sè», comincia, «Berlusconi si definisce casalinga, operaio, artigiano, imprenditore, ma non ricorda mai di essere stato presidente del Consiglio. E’ curioso, delle sue mille occupazioni vorrebbe che gli italiani lo dimenticassero». Poi ricorda la notte del dicembre ‘97 in cui si votò la finanziaria da 63 mila miliardi. «Prodi», racconta, «era tornato da Madrid dicendoci: l’euro si fa, o ci muoviamo ora o restiamo fuori. Quando votammo, metà dell’aula di Montecitorio, quella occupata dal centrodestra, era vuota. Non so se a quel vuoto si può affidare il governo del paese».
A Rutelli non rimane che raccogliere il testimone e annunciare che il programma dell’Ulivo, in cui verrà disegnata l’Italia dei prossimi cinque anni, sarà presentato il 21 aprile, anniversario della vittoria del ‘96, prima al palazzo dei congressi di Roma e poi in una manifestazione a piazza del Popolo.
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