Corriere della Sera del 07-03-2000

PAGINA 8

Intervista a Telelombardia Berlusconi: non e' demerito essere piduista

MILANO <<Essere un piduista non e' un titolo di demerito>>. Silvio Berlusconi e' tornato ieri, su <<TeleLombardia>>, a parlare della sua passata iscrizione alla loggia massonica P2 di Licio Gelli (la tessera del leader del Polo, allora ancora lontano dalla politica, portava il numero 1816), sostenendo che <<la vicenda P2 fu piu' che altro uno scoop giornalistico>> e soprattutto ricordando che <<la magistratura non mai accertato mie responsabilita' di alcun tipo>>. Non e' la prima volta che il Cavaliere e' costretto a spiegare come mai, sul finire degli anni Settanta, decise di entrare nella loggia massonica guidata da Licio Gelli.

Durante il lungo iter processuale relativo alla vicenda P2 u' conclusosi nel novembre del '96 quando la Cassazione assolse gli affiliati dall'accusa di cospirazione politica mediante associazione u' Silvio Berlusconi ha alternato difese a ironie. Nel '96 spiego' cosi' il suo avvicinamento alla loggia: <<Io ero un giovane imprenditore e Licio Gelli era uno che non appalesava tutto cio' che pensava. Mi disse: "Ce ne fossero come te".

E li' per li' la cosa mi gratifico'. Solo dopo vennero fuori i suoi veri programmi>>. Successivamente sostenne che <<quando io presi la tessera della P2, in quella loggia c'erano persone di fronte alle quali togliersi tanto di cappello>>.

Ma ieri, intervistato da <<TeleLombardia>>, il leader del Polo ha preferito buttarla sul ridere: <<Quando ricevetti la tessera c'era scritto che ero "apprendista muratore" e io, che allora ero un grande costruttore di case, non potei fare a meno di farmi una grande risata>>.

Il Cavaliere, passando ad altri temi, ha quindi spiegato che l'alleanza con Bossi, il cui approdo ultimo dovrebbe essere quello di riportare nel 2001 al governo l'asse Polo-Lega, <<sara' messa alla prova per un anno nelle regioni>>. Berlusconi ha infine promesso, con lui a Palazzo Chigi, <<un milione e mezzo di posto di lavoro in piu'>>.

R.P.

Messaggero del 07-03-2000

I poli verso le urne/Sul sistema elettorale Ds, Pannella e Segni contro il

leader di FI: vuol tornare alla partitocrazia. Andreotti e Cossiga d'accordo sul modello tedesco

Berlusconi: <<Essere piduista non e' demerito>>

La P2, per il Cavaliere, <<fu uno scoop giornalistico>>. Polemica che si aggiunge a quella sul proporzionale

di PAOLA OREFICE

ROMA - <<Essere piduista non e' un titolo di demerito. La P2 fu piu' che altro uno scoop giornalistico>>.

Silvio Berlusconi, a proposito della sua presunta appartenenza alla loggia di Licio Gelli, fa questa affermazione, prevedibilmente destinata a scatenare polemiche nel gia' arroventato clima preelettorale, ad "Iceberg", di TeleLombardia .

Dopo aver affermato che la magistratura <<non ha accertato mie responsabilita'>> il Cavaliere dice che ricevette <<quella tessera dove si diceva che ero "apprendista muratore" e io, primo costruttore di citta' in Italia, non potei fare a meno di farmi una grande risata. Dopo di che la tessera fu immediatamente rispedita al mittente>>.

A trovarci meno da ridere e' Carlo Leoni, responsabile giustizia dei Ds: <<La P2 non fu affatto uno scoop giornalistico, ma un'associazione volta a condizionare e a sovvertire le regole democratiche di questo Paese. Cosi' la defini' la commissione istituita dal Parlamento, e chi ne ha fatto parte, come l'onorevole Berlusconi, si e' macchiato di una responsabilita' molto grave di fronte al Paese>>.

Prima di lasciare gli studi di TeleLombardia il Cavaliere getta ancora un po' di benzina sulle braci del suo rapporto con Antonio Di Pietro: <<Ho orrore di questo personaggio. Non lo giudico degno di restare nel consesso delle persone civili>>.

Tutte polemiche che si aggiungono a quelle gia' vivaci suscitate dall'intervista del leader di FI al Messaggero in cui si dichiarava contrario al sistema maggioritario. Un problema anche per qualche suo alleato, come Gianfranco Fini, promotore del referendum contro il proporzionale.

Ma tra i piu' contrariati dalle scelte proporzionaliste del Cavaliere sembrano alcuni dei suoi mancati alleati come i radicali. Dice Marco Pannella: <<Solo la scelta bipartitica include in se' un possibile funzionamento "bipolare" del sistema, mentre le velleita' bipolari (molto spesso in perfetta malafede) producono effetti proporzionalistici.

Spiegare ai consiglieri di Berlusconi questa elementare evidenza sembra impossibile, solo perche' non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire>>. D'accordo, invece, con quello che sembra delinearsi come il modello elettorale preferito dal Cavaliere, e' Giulio Andreotti: <<Il sistema tedesco e' il migliore, lo dimostra la stabilita' che c'e' in Germania abbinata alla concreta possibilita' di un'alternanza al governo>>.

Cosi' il senatore a vita spiega le ragioni del suo "no" al maggioritario: <<Gli oltre cento parlamentari passati da uno schieramento all'altro sono stati in gran parte eletti proprio nei collegi uninominali. Si diceva che rispetto al proporzionale avremmo avuto piu' stabilita' e meno frammentazione. Invece...>>.

Anche Angelo Sanza, fedele interprete del pensiero di Cossiga, e' convinto che il maggioritario <<ha messo a rischio la politica italiana>>, per questo, dice, <<bisogna cambiare strada e passare ad un sistema elettorale misto con soglia di sbarramento e premio di maggioranza>>. Di tutt'altro avviso Mario Segni: <<Berlusconi vuole rifare il pentapartito e con esso l'Italietta partitocratica degli anni '80>>.

Quindi, ricorda che <<Forza Italia nacque dicendo di voler portare in Italia quel maggiori tario che aveva vinto nel referendum del '93>>. E anche i Ds sono decisamente contrari alla conversione del Cavaliere alla proporzionale Pietro Folena, coordinatore della Quercia: <<L'attacco che Berlusconi ha sferrato al maggioritario scopre il disegno che anima il leader del Polo>>, ossia <<pensa a un sistema in cui le alleanze tra le forze politiche siano determinate dalle segreterie>>.

Repubblica del 07-03-2000

Pagina 6

Berlusconi: "Essere piduisti non e' un titolo di demerito" Il Cavaliere riabilita la loggia segreta di Gelli. "Rinviai la mia tessera al mittente"

di VITTORIO TESTA

MILANO - "Io non ho mai fatto parte della P2. E comunque, stando alle sentenze dei tribunali della Repubblica, essere piduista non e' un titolo di demerito": ospite ieri sera di "Iceberg", a Telelombardia, Silvio Berlusconi rivisita il caso P2 ed emette un verdetto assolutorio. Il caso P2 si affaccia quando Daniele Vimercati, il direttore della tv lombarda, ricorda una delle accuse di Bossi al Cavaliere: "Piduista". E si riapre un'antica questione, con il Cavaliere che nega di "essere mai stato piduista" e racconta per l'ennesima volta l'episodio della tessera P2 "ricevuta per posta" e "subito rimandata al mittente".

Il Cavaliere vuole pero' anche puntualizzare il contesto di quegli anni, per ribadire la sua sostanziale "assoluzione" dell'intera vicenda. "Il leader della P2", dice Berlusconi, "era un signore che frequentava pubblicamente personaggi potenti, aveva amici come Rizzoli, il piu' grande editore italiano. Di me diceva che con dieci persone simili l'Italia sarebbe stata fortunata. Per me, un ragazzo di 40 anni, erano giudizi che mi facevano felice". E il Cavaliere racconta l'arrivo della tessera: "Me la porta la segretaria dicendo: "C'e' scritto che lei, dottore, e' apprendista muratore...". Ero in riunione con dodici o quattordici collaboratori: tutti scoppiamo a ridere. Ma come, dico io, sono il primo costruttore italiano di citta' e mi definiscono apprendista muratore? Questo non lo accetto. La tessera fa il giro del tavolo, raccoglie commenti e risate, e poi io la riconsegno alla segretaria con il mandato di rinviarla in fretta al mittente. Tutto qui".

Ma il caso P2 puo' essere archiviato cosi' semplicemente?, chiede il direttore di Telelombardia, sollecitando il Cavaliere a una risposta chiara: ne da' un giudizio positivo o negativo? "Certo, negativo", dice Berlusconi: "Dopo quel caso io non mi iscrivero' piu' nemmeno al circolo pescatori". Ma il "giudizio negativo" e' attenuato, e ai minimi termini, dal contesto di quegli anni che secondo il Cavaliere non aveva risvolti inquietanti: "La P2 non veniva percepita come una societa' segreta", spiega: "Vi erano iscritti molti personaggi che ancora oggi sono protagonisti della vita pubblica".

Oltre al contesto, secondo Berlusconi, ci sarebbero poi risultanze processuali totalmente assolutorie: "Nessun tribunale ha emesso condanne, non c'e' stato alcun reato". Di conseguenza, spiega il Cavaliere, il caso P2 e' sostanzialmente "una montatura, che e' stata una vera piaga, ha rovinato tante vite senza motivo. Un po' com'e' accaduto con Tangentopoli: quante persone sono state incriminate e incarcerate per poi risultare innocenti? E anche in questo caso", afferma il Cavaliere, "come in quello della P2, ci sono state complicita' dei media e di certi poteri forti che si sono messi a disposizione dei giudici perche' non volevano essere toccati".

Per il Cavaliere, la P2 e' stata dunque soprattutto una semplice "montatura". Ma i progetti della P2 relativi anche al programma politico? "Ho letto dopo, di questi progetti. Una montatura: la P2 e' stata uno scoop che ha fatto la fortuna di Repubblica e dell'Espresso, e' stata una strumentalizzazione che purtroppo ha distrutto molti protagonisti della vita politica, culturale e giornalistica del nostro Paese".

Corriere della Sera 08-03-2000

PAGINA 8

Il leader del Polo aveva difeso chi ne ha fatto parte. D'Alema: era una setta segreta che tramava contro lo Stato P2, Berlusconi sconcerta gli alleati

Fini: sicuramente scherzava, ora piantiamola. Pagliarini: e' demerito favorire gli associati

ROMA Gianfranco Fini prende le distanze cosi' dall'alleato: <<Le parole di Berlusconi sulla P2? Sicuramente stava scherzando. E' una vicenda che appartiene al passato, lasciamola li' e andiamo avanti>>. Massimo D'Alema non ride per niente, e affonda: <<Berlusconi per un certo periodo ha considerato l'iscrizione alla P2 come un titolo di merito, successivamente di demerito. Ora torna sui passi della sua gioventu'>>. Poi condanna: <<Essere stato piduista vuol dire aver partecipato a un'organizzazione, a una setta segreta che tramava contro lo Stato, e questo e' stato sancito dal Parlamento. Opinione che io condivido>>.

Scatena una polemica politica la frase pronunciata da Silvio Berlusconi a Telelombardia, un ricordo senza alcun pentimento della sua iscrizione alla Loggia P2: <<Essere un piduista - ha detto il Cavaliere - non e' un titolo di demerito>>, anche perche' <<la vicenda P2 fu piu' che altro uno scoop giornalistico>>. E poi, ha aggiunto, <<la magistratura non ha mai accertato mie responsabilita' di nessun tipo>>.

Precisazione niente affatto sufficiente a calmare il centrosinistra, che insorge. Ma anche negli alleati c'e' disagio per quella che e' considerata magari una battuta, ma - come nota Rocco Buttiglione, leader del Cdu - una battuta <<forse infelice>>. Ed e' molto duro il leghista Giancarlo Pagliarini: <<Credo che si debba sempre premiare quelli bravi, che sanno lavorare, e mi sembra di aver capito che nella P2 si premiavano gli associati. Questo non e' tanto bello. Questo e' demerito>>.

Ma e' da sinistra che arrivano gli strali piu' acuminati. Oltre a D'Alema, attacca il capogruppo dei deputati Fabio Mussi: <<Berlusconi ha riabilitato anche la P2: un grande ritorno del rimosso, direbbe uno psichiatra di vaglia>>. Non piu' tenero il presidente dei senatori della Quercia, Gavino Angius, che ricorda come la P2 sia stata <<una centrale di trame oscure e inquietanti che hanno segnato la vita democratica dell' Italia>>. Per questo Angius si chiede <<perche' proprio ora il capo di Forza Italia abbia difeso, o dovuto difendere, la sua iscrizione ad essa. Al mio paese - ironizza -, quando accade qualcosa del genere, si usa dire "Sei venuto o ti hanno mandato"?>>.

Dure le reazioni anche nel resto del centrosinistra. Accusa la Voce Repubblicana: <<A noi sembra che l'onorevole Berlusconi abbia commesso un errore, minimizzando la questione della loggia segreta P2, e abbia sbagliato a scherzarci sopra>>. Questo tipo di atteggiamento, secondo l'organo del Pri <<non e' consentito e non e' possibile>>, perche' Berlusconi <<puo' forse sostenere che la sua appartenenza agli elenchi di quella loggia massonica segreta non comporto' da parte sua nessun reato contro lo Stato, e che si tratto' di un atto di leggerezza.

Ma non puo' sostenere in alcun modo, ne' fare pensare di ritenere, che la loggia P2 non sia stata una grave minaccia per lo Stato democratico>>. E Paolo Cento, esponente dei Verdi: <<La riabilitazione della P2, rivendicata da Berlusconi, e la volonta' di ridiscutere la legge 194, annunciata da An, sono il segno evidente che in caso di vittoria del centro destra si aprira' una stagione di restaurazione sociale e politica che ci puo' portare indietro di vent'anni>>.

La difesa di Berlusconi arriva da Forza Italia, ed e' totale. Il primo a ribellarsi e' il capogruppo al Senato Enrico La Loggia: <<La P2 - dice replicando a Mussi - fu riabilitata dalla magistratura. E Berlusconi restitui' immediatamente la tessera che gli era stata inviata. Questa e' la verita'. Un fatto inconfutabile>>. I Ds invece <<vogliono mistificare la realta' a fini propagandistici in pieno stile comunista>>. Cerca di smussare gli angoli della polemica Alfredo Biondi: <<Quella di Berlusconi e' una battuta su una realta' discussa che appartiene all'antiquariato politico>>. E pure Lucio Colletti ci ride su, convinto che su un tema come questo non ci sia altro da fare: <<Ha ragione Berlusconi a ridicolizzare il caso - dice il filosofo azzurro -, sono ben altre le massonerie da cui guardarsi>>, perche' <<il disegno criminoso della P2 sta soltanto nella testa criminale dei dirigenti del vecchio Pci>>.

<<La loggia P2 non ha bisogno di riabilitazioni postume, perche' e' stata gia' riabilitata da sentenze della magistratura>>, insiste l'azzurra Tiziana Maiolo, prendendosela con <<D'Alema e i suoi compagni>> per i quali <<evidentemente ci sono giudici "buoni", quelli che aggrediscono quotidianamente Berlusconi, e giudici "cattivi", quelli che emettono sentenze sgradite alla sinistra>>. Chiude con sarcasmo Antonio Martino, ex ministro degli Esteri nel governo Berlusconi: <<Non vedo come chi ha avuto simpatie per la P38 possa parlare di P2... Se la sinistra non ha che questo come argomento, allora e' veramente alla frutta>>, perche' <<quello della P2 e' stato un episodio ridicolo, montato in modo vergognoso>>.

P. D. C.

Stampa 08-03-2000

<<Riabilitazione>> della P2, Berlusconi resta solo D'Alema: una setta segreta anti-Stato. Fini: il Cavaliere scherzava

VENT'ANNI CON LA LOGGIA DI LICIO GELLI

Maria Teresa Meli

ROMA Di quella frase di Silvio Berlusconi - <<essere piduista non e' un demerito>> - tutti, nel Polo, avrebbero fatto volentieri a meno. Che imbarazzo: la sinistra con il premier in testa, parte alla carica per infilzare il Cavaliere su quell'affermazione.

E il centrodestra e' a disagio. Tanto a disagio che, in preda a un attacco collettivo di amnesia, gli esponenti del centrodestra non difendono il leader come dovrebbero. Cioe' ricordando - come fa, alla fine, nel pomeriggio, dopo ore e ore di polemica, Tiziana Maiolo - che c'e' stata una sentenza della corte d'assise d'appello di Roma che ha messo una pietra sopra l'inchiesta sulla loggia massonica di Licio Gelli, dichiarando che la P2 non cospiro' contro lo Stato.

Il primo a picchiar duro e' Massimo D'Alema. All'inizio usa l'ironia, dileggiando l'ondivaghezza del leader di Fi: <<Berlusconi - dice il premier - per un certo periodo ha considerato l'iscrizione alla P2 come un titolo di merito, successivamente di demerito. Ora torna sui passi della sua gioventu'>>. Poi il presidente del Consiglio cambia arma e tenta l'affondo: <<Essere stato piduista - afferma - vuol dire aver partecipato a una setta segreta che tramava contro lo Stato>>. Mentre Casini tace, da Milano, Fini, che pure in questo periodo si e' schierato sempre al fianco del Cavaliere, non tenta nemmeno di difendere Berlusconi. <<Sicuramente stava scherzando>>, taglia corto, freddo freddo, il presidente di An. Una battuta? Giammai replica, implacabile, Fabio Mussi. <<Fini e' convinto che Berlusconi scherzasse, e si sbaglia>>, sottolinea il capogruppo diessino a Montecitorio, e aggiunge: <<Il Cavaliere ha riabilitato la P2: e' un grande ritorno del rimosso, direbbe uno psichiatra di vaglia>>.

L'ironia dell'esponente della Quercia irrita Enrico La Loggia, che parte come un <<panzer>> per difendere il capo: <<Berlusconi - dichiara - non ha mai avuto nulla a che fare con la P2. Mussi lo sa bene, anche se continua a insultarlo. "Rimosso", dal potere, sara' proprio Mussi, quando gli italiani potranno finalmente andare a votare>>.

E la polemica tra i capigruppo Ds e Fi continua. Sempre meglio del <<caso Bassolino>> o di quello Storace, almeno si varia un po' argomento e oggetto del contendere, avranno pensato i due. E' il turno dell'esponente della Quercia, adesso, che accusa La Loggia di <<mentire>>. E per suffragare questa sua affermazione il presidente dei deputati della sinistra democratica spiattella all'avversario la deposizione fatta dal Cavaliere sulla sua iscrizione alla P2. Deposizione in cui Berlusconi, testualmente, dichiarava: <<Resistetti molto a dare la mia adesione, e poi lo feci>>.

La Loggia si arrabbia, il ping pong va avanti. Ma anche gli altri vogliono dir la loro. Il leghista Pagliarini, per esempio, che, nonostante abbia fatto la pace con Berlusconi, non ha apprezzato quella frase del Cavaliere. <<Essere iscritti alla P2 era un profondo demerito>>, osserva il rappresentante del Carroccio. Anche il leader del Cdu Rocco Buttiglione e' costretto ad ammettere che la <<battuta>> del capo di Forza Italia era <<forse infelice>>.

Non e' d'accordo il forzista Antonio Martino che replica a brutto muso alla sinistra: <<Non vedo - sostiene il deputato azzurro - come chi ha avuto simpatia per la P38 possa parlare di P2. Se la maggioranza ci attacca con questi argomenti, vuol dire che sta alla frutta>>. Ma non e' finita qui.

Arriva Gavino Angius e pronuncia le parole piu' pesanti all'indirizzo del Cavaliere: <<C'e' da vergognarsi - sottolinea il capogruppo diessino al Senato - a tentare di riabilitare la P2. Mi chiedo perche' il capo di Fi abbia difeso, o dovuto difendere, la sua partecipazione ad essa. Al mio paese quando accade qualcosa si usa dire: "sei venuto o ti hanno mandato"?>>.

L'allusione di Angius non e' di quelle leggere. E Forza Italia contrattacca. Nel frattempo, pero', il Ccd Francesco D'Onofrio, <<candidamente>>, osserva: <<Non credo che Berlusconi scherzasse: a suo tempo non ha mai negato di aver fatto parte della P2>>. A meta' pomeriggio arriva Maiolo a dare una mano al Cavaliere: <<La P2 - dichiara - non ha bisogno di riabilitazioni postume perche' e' stata gia' riabilitata da sentenze della magistratura.

Evidentemente per D'Alema e i suoi ci sono giudici "buoni" (quelli che aggrediscono Berlusconi) e giudici "cattivi", cioe' quelli che emettono sentenze sgradite alla sinistra>>. Si continua cosi', tra imbarazzi e livori, accuse e repliche. Solo Lucio Colletti se la ride per tutto questo <<can can>>: <<Qualsiasi cosa - ironizza - anche i furti sul tranvai sono stati scaricati sulla P2. Va bene che Gelli era un magliaro... ma tra un magliaro e un criminale c'e' una certa differenza>>.

Messaggero 08-03-2000

Verso le urne/D'Alema: chi ha fatto parte della loggia gelliana ha tramato contro lo Stato. Martino: chi ha avuto simpatie per la P38 e' meglio che taccia

Berlusconi e la P2, la maggioranza s'infuria

Ma Fini minimizza: <<Non considera un demerito essere stato iscritto? Sicuramente scherza>>

di MARIO STANGANELLI

ROMA - Silvio Berlusconi, a TeleLombardia, minimizza sulla sua liason con la P2 di Licio Gelli, ma D'Alema, a "Radio anch'io", non sembra disposto a fargli sconti. Al leader azzurro che dice di <<non ritenere titolo di demerito>> aver fatto parte della Loggia gelliana, il premier replica sottolineandone <<l'incostanza>>: <<Berlusconi, per un certo periodo, ha considerato l'iscrizione alla P2 come un titolo di merito, successivamente di demerito. Ora torna sui passi della sua gioventu'.

Ma essere stato piduista - osserva D'Alema - vuol dire aver partecipato a una setta segreta che tramava contro lo Stato, e questo e' stato sancito dal Parlamento. Io condivido questa opinione che si e' formata dopo l'inchiesta della commissione Anselmi>>.

Attaccano il Cavaliere anche il capogruppo dei Ds alla Camera, Fabio Mussi: <<Questa riabilitazione della P2 e', direbbe uno psicanalista, il grande ritorno del rimosso>>, e il suo omologo di palazzo Madama, Gavino Angius: <<La P2 e' stata una centrale di trame oscure e inquietanti. E' impudente e vergognoso che, dopo le conclusioni della commissione d'inchiesta, si cerchi di riabilitarne l'esistenza e la partecipazione ad essa>>.

Il senatore diessino si chiede poi <<perche' proprio ora il capo di FI abbia difeso, o dovuto difendere, la sua iscrizione. Al mio paese, quando accade qualcosa del genere si usa dire: "Sei venuto o ti hanno mandato?">>.

Indossate le armi di difensore del Signore di Arcore, Enrico La Loggia si scaglia contro i due capigruppo della Quercia. A Mussi dice che <<"rimosso" dal potere sara' lui, quando gli italiani potranno finalmente andare a votare. Mussi sa bene che Berlusconi non ha nulla a che fare con la P2, ma mistifica la realta' a fini propagandistici in puro stile comunista>>. E ad Angius il presidente dei senatori di FI fa osservare che <<all'epoca dei fatti della P2 il Pci era un'appendice in territorio italiano di una potenza straniera nemica>>.

Anche Antonio Martino ribatte ai Ds con lo sguardo rivolto all'indietro: <<Non vedo come chi ha avuto simpatie per la P38 possa parlare di P2...>>. Mentre Beppe Pisanu si rivolge direttamente a D'Alema dicendo che <<un ex comunista come lui che ha dovuto cambiare tutte, ma proprio tutte, le sue opinioni, non puo' dare dell'incostante a nessuno. E tanto meno a Silvio Berlusconi>>.

Un sottile imbarazzo sembra trasparire dalle poche parole che Gianfranco Fini dedica all'argomento: <<Sicuramente Berlusconi stava scherzando. Quella della P2 e' una vicenda che appartiene al passato, lasciamola li' e andiamo avanti>>. E un neo alleato del Cavaliere, come il capogruppo della Lega Giancarlo Pagliarini, contesta esplicitamente le parole del leader di FI osservando che l'iscrizione alla loggia gelliana <<fosse motivo di profondo demerito>>. Disposto a perdonare il Cavaliere appare Rocco Buttiglione, anche se gli rimprovera <<una battuta poco felice>>.

Ma, aggiunge il leader cdu, <<i suoi rapporti con la P2 sono stati chiariti in modo inequivocabile e non lo implicano in nessun complotto contro lo Stato>>. Piena assoluzione, invece, da Lucio Colletti: <<Ha ragione Berlusconi a ridicolizzare il caso. Sono ben altre le massonerie da cui guardarsi. Il disegno criminoso della P2 - dice il professore azzurro - sta soltanto nella testa criminale dei dirigenti del vecchio Pci>>.

Mercoledi' 8 Marzo 2000

DI CHE SI PARLA La setta del Venerabile

ROMA - Mandati nel marzo '81 dal giudice Gherardo Colombo, che indagava sul crack Sindona, nelle residenze toscane di Licio Gelli, i finanzieri scoprivano l'elenco dei 962 nomi dei presunti appartenenti alla Loggia massonica P2, tra i quali, col numero di tessera 1816, quello di Silvio Berlusconi. Iniziava cosi' una vicenda che avrebbe percorso tutta la storia italiana degli ultimi 20 anni. Governi - quello di Forlani - sono caduti per l'intreccio con le vicende del Venerabile Maestro, e altri - Spadolini - hanno cercato lustro nell'opera di moralizzazione. Sulla P2 ha lungamente indagato la commissione presieduta da Tina Anselmi, mentre Gelli iniziava una lunga vicenda giudiziaria fatta di fughe all'estero e di condanne fino a 8 anni, a cui non e' ancora stata messa la parola fine.

Repubblica 08-03-2000

L'oblio sulla P2 - Antonio Caponnetto Firenze

Leggo su "la Repubblica" di ieri la dichiarazione con la quale l'onorevole Silvio Berlusconi sostiene che "essere piduisti non e' un titolo di demerito" e tenta di far credere che egli non ha mai fatto parte della P2 e che il ricevimento della tessera della P2 sarebbe stato un fatto del tutto episodico e non seguito da una sua iscrizione alla loggia.

Io, pur abituato a non sorprendermi piu' di nulla, non posso non meravigliarmi del fatto che nessuno degli interlocutori di Berlusconi gli abbia ricordato che quest'ultimo si iscrisse alla P2 e pago' regolarmente le quote associative. Proprio per aver affermato il contrario dinanzi al Tribunale di Verona egli venne denunciato per falsa testimonianza.

Con sentenza n. 97 dell' 1.10.90 la sez. istruttoria della C.d.A. di Venezia, pur applicando la sopravvenuta amnistia, entrando - come suo dovere - nel merito, cosi' testualmente si esprimeva: "Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell'imputato non corrispondono a verita'. In sostanza, infatti, secondo il Berlusconi la sua definita adesione alla P2 avvenne poco prima del 1981 e non si tratto' di vera e propria iscrizione, perche' non accompagnata da pagamenti di quote appunto di iscrizione, peraltro mai richiestigli. Tali asserzioni sono smentite:

a) Dalle risultanze della commissione Anselmi;

b) Dalle stesse dichiarazioni rese dal prevenuto avanti al G.I. di Milano, e mai contestate, secondo cui la iscrizione alla P2 avvenne nei primi mesi del 1978. Invero dagli atti della commissione parlamentare ed in particolare dagli elenchi degli affiliati, sequestrati in Castiglion Fibocchi, figura il nominativo del Berlusconi (n. di rif. 625) e l'annotazione del versamento di lire 100.000 come eseguito in contanti in data 5 maggio 1978, versamento la cui esistenza risulterebbe comprovata anche da un dattiloscritto proveniente dalla macchina da scrivere di Gelli".

E' mai possibile che di tutto cio' ci si sia dimenticati? E che se ne debba ricordare ora un vecchio ottantenne? Potrei anche chiudere il discorso, ma mi bruciano due considerazioni.

La prima riguarda l'affermazione secondo cui "la P2 e' stata una montatura" ed ha "rovinato tante vite senza motivo". Non voglio a questo riguardo richiamarmi ai gravi fatti riferiti dalla commissione Anselmi ne' a quelli narrati da Gherardo Colombo nel libro "Il vizio della memoria" e nemmeno a tutte le stragi italiane in cui la P2 e' coinvolta: sarebbe un'offesa per l'intelligenza e la coscienza degli italiani.

La seconda considerazione, infine, riguarda il sin troppo famoso "programma" di Gelli pubblicato a suo tempo con un' intervista a Maurizio Costanzo sul "Corriere della sera" del 6.10.1980. Oggi Berlusconi vorrebbe farci credere che egli ne sarebbe venuto a conoscenza soltanto dopo... (sic!).

Mi si perdoni lo sfogo, ma mi sta a cuore - in particolare - la generazione che sta crescendo, e che deve essere aiutata nella conoscenza dei fatti e nella memoria storica, se veramente vogliamo rinnovare il nostro Paese.

Pagina 18

Bufera su Berlusconi "La P2 setta segreta" - Il Cavaliere a Pannella: sei un utile idiota

di VITTORIO TESTA

MILANO - La rottura tra il Cavaliere e la Lista Bonino sta creando un clima da competizione elettorale infuocata tra i due mancati alleati ora acerrimi nemici. Secondo Silvio Berlusconi "Pannella rischia di diventare l' utile idiota dei postcomunisti". Il punto e', come preannunciato nei giorni scorsi da Berlusconi ("In caso di rottura, contro i Radicali faremo una campagna durissima, totale"), che il leader del Polo teme che la Lista Bonino in corsa solitaria possa, come la Lega nel '96, fargli perdere un buon numero di collegi. Spiega infatti Berlusconi a Pannella - definito un "padre- padrone narcisista" che "si e' guadagnato trenta giorni di pubblicita' attraverso il confronto con il Polo" - come nella contrapposizione tra "La casa delle liberta' e i postcomunisti non c'e' una terza via o una terza forza". Il leader radicale ribatte: "Si', idiota per aver creduto che lui potesse diventare un leader liberale.

Quanto agli 'utili', certo di utili se ne intende...". Rottura totale, dunque: e annuncio di burrascosi giorni.

Ma il panorama politico di ieri e' dominato dai commenti sull'uscita del Cavaliere riguardo alla P2. Gli alleati di Berlusconi cercano di liquidare in fretta la faccenda: "Sicuramente Silvio scherzava", dice Gianfranco Fini:

"La P2 e' una questione vecchia, lasciamola dov'e': guardiamo avanti". Rocco Buttiglione giudica quella di Berlusconi "una battuta, forse infelice" ma difende il Cavaliere: "I suoi rapporti con la P2 sono stati chiariti e non lo implicano in nessun complotto contro lo Stato. Certo in circolazione c'e' qualche piduista ora dedito al moralismo, ma non e' Silvio, e questi farebbero bene a tacere".

Dalla sinistra, invece, fioccano condanne e accuse. Giudizi meno pesanti ma comunque negativi per Berlusconi arrivano anche da settori della Lega (Giancarlo Pagliarini) e dal Pri, attraverso un commento pubblicato sulla 'Voce'. Dal punto di vista politico, la critica dal peso specifico piu' pesante e' quella di Massimo D'Alema: "Berlusconi per un certo periodo ha considerato l'iscrizione alla P2 come un titolo di merito, successivamente di demerito. Ora torna sui passi della sua gioventu'", dice il premier dai microfoni di 'Radio anch'io': "Essere stato piduista vuol dire aver partecipato a un' organizzazione, a una setta segreta che tramava contro lo Stato: e questo e' stato sancito dal Parlamento. Io condivido questa opinione che si e' formata dopo l'inchiesta della commissione Anselmi.

Insomma, Berlusconi e' incostante nelle sue opinioni: anche sul sistema elettorale, era per il maggioritario ora preferisce il proporzionale...".

Il giorno dopo la dichiarazione a Telelombardia - "Non sono mai stato piduista, mi mandarono la tessera e io la rispedii subito al mittente: comunque i tribunali hanno stabilito che gli iscritti alla P2 non commisero alcun reato, e quindi essere stato piduista non e' titolo di demerito" - il Cavaliere tace. Parlano i suoi di Forza Italia; Tiziana Maiolo: "La Loggia P2 non ha bisogno di riabilitazioni postume perche' e' gia' stata riabilitata da sentenze della magistratura".

Il solitamente compassato Antonio Martino ricorre a parole e toni pesanti: "Non vedo come chi ha avuto simpatie per la P38 possa parlare di P2. E' stato un episodio ridicolo, montato in modo vergognoso". E il capogruppo al Senato, Enrico La Loggia, incrocia la spada con Fabio Mussi, capogruppo dei Ds alla Camera.

Mussi utilizza un passo della deposizione di Berlusconi davanti alla corte di Assise di Roma nel ' 93: "Io resistetti molto a dare la mia adesione e poi lo feci". (E' la parte finale della spiegazione fornita dal Cavaliere su quella tessera P2 "ricevuta e poi rispedita al mittente". Berlusconi ne ha parlato piu' volte: "Il mio amico Roberto Gervaso insistette tanto che alla fine, stremato, cedetti e mi iscrissi. Ma non ho mai partecipato ne' avuto alcun ruolo nella P2"). Mussi commenta sarcastico: "Si capisce che oggi il Cavaliere dica che non e' demerito essere piduista. Uno psichiatra lo definirebbe come 'il grande ritorno del rimosso'".

La Loggia: "Berlusconi non ha mai avuto nulla a che fare con la P2. Mussi lo sa bene e rimosso, dal potere, sara' proprio lui".

Toni molto duri anche da parte di Gavino Angius, capogruppo dei senatori Ds: "C'e' da vergognarsi ed e' impudente che, dopo le univoche conclusioni della commissione d'inchiesta sulla P2 ci sia chi cerca di riabilitarne l'esistenza e la partecipazione ad essa", sostiene Angius, ricordando la definizione che della P2 diede l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini: "Un'associazione a delinquere".

BESTIARIO Espresso n. 11 del 16-03-2000

Il ragazzo Silvio plagiato dal Venerabile di Giampaolo Pansa

C'e' una par condicio che non riusciremo mai a realizzare: quella con le bugie di Silvio Berlusconi. Come mente lui, non mente nessuno. Non tutti i giorni, naturalmente, perche' qualche verita' gli capita di spacciarla.

Ma il bello e' che dice il falso anche quando non sarebbe necessario: cosi', per una pulsione insopprimibile dell'animo, e persino su quisquilie, o faccende chiarite da tempo, che lo espongono alla doccia gelata delle smentite. Se Berlusconi fosse un politico americano, a quest'ora sarebbe gia' tornato del tutto ai suoi affari. Negli Stati Uniti chi pretende di fare l'uomo di Stato non puo' sgarrare neppure su un dettaglio: ti mandano a casa subito. Ma noi non siamo gli Stati Uniti. L'Italia e' il paese di Pinocchio: il burattino che diceva le bugie e tuttavia e' stato premiato.

In quest'Italia pinocchiarda, lunedi' 6 marzo il Berlusca e' stato intervistato a Milano da Telelombardia, ospite di "Iceberg", la trasmissione di Daniele Vimercati. E quando il conduttore gli ha ricordato la vecchia faccenda dell'iscrizione alla P2 di Licio Gelli, il Berlusca e' insorto, sparando tre bordate. Eccole:

1) non sono mai stato piduista; 2) ho ricevuto la tessera P2 per posta e l'ho subito rispedita al mittente, dopo averci fatto una risata sopra con i miei collaboratori; 3) Gelli mi ha abbagliato solo per un istante perche' <<ero un ragazzo di 40 anni>> (sic!). Il tutto concluso da un'opinione (<<Comunque essere piduista non e' un titolo di demerito>>), della quale non ci occupiamo perche' in democrazia ciascuno e' libero di dare aria ai denti come vuole.

La verita', naturalmente, e' tutt'altra. E' stata gia' raccontata piu' volte, e il sottoscritto l'ha fatto piu' di dieci anni fa. Ma dev'essere

vero quello che sosteneva Mario Missiroli, storico direttore del "Corsera": <<Nulla e' piu' inedito della carta stampata>>. E allora comincero' col far ridire a Berlusconi cio' che Berlusconi disse il 26 ottobre 1981, al giudice istruttore di Milano, dottor Rivellese, che lo interrogava come testimone: <<Mi sono iscritto alla P2 nei primi mesi del 1978, su invito di Licio Gelli che conoscevo da circa sei mesi e che avevo visto solo due volte... Fu Roberto Gervaso, mio amico, a presentarmi a Gelli, dicendomi che questi aveva vivo desiderio di conoscermi, poiche' era stato bene impressionato dalla mia intervista apparsa sul libro di Gervaso "Il dito nell'occhio". Gelli mi chiari' che, tramite la Massoneria, avrei potuto avere dei canali di lavoro e contatti internazionali utili per la mia attivita' di presidente del Consorzio per l'edilizia industrializzata... Il mio grado era quello di apprendista>>.

Insomma, Berlusconi s'iscrisse alla P2 per la lira, come s'usa dire volgarmente. Ossia per ricavarne vantaggi nel proprio lavoro di super-costruttore, che a quel tempo era la sua attivita' piu' lucrosa.

Naturalmente, in seguito Silvio l'Apprendista sostenne il contrario: <<Non ho chiesto favori e non ne ho mai ricevuti. Mi sono iscritto perche' l'adesione mi era stata richiesta con insistenza. Del resto, io avevo della Massoneria una considerazione positiva: pensavo al Risorgimento>>.

Dunque, un'adesione soltanto patriottica? Per rispetto verso le barbe massoniche che avevano fatto l'Italia? Macche', c'era ben altro in ballo. Lo scopri' la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2. Accertando che il Berlusca non pensava a Garibaldi, bensi' ai miliardi che poteva ottenere da un po' di grandi banche, all'epoca capeggiate da pezzi da novanta del piduismo. Difatti, a pagina 120 della relazione Anselmi si legge: grazie alla P2 <<alcuni operatori (Genghini, Fabbri, Berlusconi, ecc.) trovarono appoggi e finanziamenti al di la' di ogni merito creditizio>>.

Ecco come andarono le cose: il sodalizio tra Gelli e il Berlusca derivava dal potere del Venerabile di spalancare quei forzieri bancari. Ma nell'infausta serata a Telelombardia (il resoconto piu' puntuale e' di Vittorio Testa, di "Repubblica"), il Cavaliere ha tentato di fare il tardoccone per non pagare il dazio. Sentitelo: <<Di me Gelli diceva che, con dieci persone simili, l'Italia sarebbe stata fortunata. Per me, un ragazzo di 40 anni, erano giudizi che mi facevano felice>>. Morale (citiamo la deposizione di Berlusconi di fronte alla Corte d'Assise di Roma, 3 novembre 1993): <<Gelli batte' molto sul fatto che tra i nuovi imprenditori io ero il piu' bravo. E che avevo davanti a me un futuro importante>>.

Vale a dire: tutta una questione di fascino diabolico, quasi la circonvenzione di un fanciullo. E confesso che mi ha lasciato secco la faccenda del Berlusca che a 40 anni era ancora un ragazzo, per di piu' tanto plagiabile. Se e' cosi', oggi che ne ha 63 sara' un giovanotto. La maturita' gli arrivera' a 80 anni. L'anzianita' a 100. E la vecchiaia? Il Cavaliere non ne sara' sfiorato prima dei 120 anni. Aiuto!, fatemi scendere dall'Italia.

(16.03.2000)