Russi 27-03-2000
Dott. Colombo,
sono le 5:00 mentre sto scrivendo queste righe e da un'ora circa sono sveglio non perche' soffra di insonnia ma perche' sto leggendo il libro appena uscito "Ameni inganni"; mi sono svegliato molto presto perche' pur essendo in semplice cittadino sento molto i temi che toccate nello scambio epistolare pubblicato e la lettura delle vostre mi rattrista molto da un lato per certe amari constatazioni ma dall'altro mi fa piacere leggere certe cose perche' verifico che altre persone traggono le stesse conclusioni a cui sono pervenuto analizzando certi fatti e alcuni dati oggettivi incontestabili che riguardano il problema giustizia nel nostro Paese.
Poiche' pero', anche se sono un semplice cittadino, non sono disponibile a restare immobile ad assistere allo sfascio della gestione giustizia, ogni giorno mi chiedo cosa possa e debba fare per dare un contributo attivo per modificare cio' che sta avvenendo. Personalmente qualcosa ho tentato di fare dal 1994 ad oggi e con la denuncia presentata in Procura a Milano ho raccolto tutto cio' che a mio parere di inaccettabile ho appurato e verificato.
Tuttora proseguo nel lavoro iniziato nel 1994 e anche in questo periodo sto raccogliendo dalla cronaca politico-giudiziaria dati che confermano la conclusione a cui sono pervenuto da un po' di tempo : tutta la casta politica (eccetto poche singole persone che fanno politica pur non essendo professionisti della politica) in combutta con la quasi totalita' dell'informazione ha deciso di impedire alla parte sana della magistratura di adempiere al suo dovere istituzionale che e' sintetizzato nel motto "La legge e' uguale per tutti".
Essendo un semplice cittadino sono per questo in contatto continuo con la realta' vera e verifico gli effetti devastanti che le scelte criminali fatte dai politici hanno nella qualita' di vita che si deve vivere quotidianamente. Pur essendo un semplice cittadino non mi rassegno e mai mi rassegnero' ad accettare passivamente cio' che sono costretto a vivere per certe scellerate decisioni.
Sono cosciente di poter conseguire risultati molto modesti ma non demordo e mai mollero' perche' credo fortemente nella validita' dei principi e degli ideali che mi sorreggono in cio' che faccio. Mi permetto di rivolgerle una domanda tecnica che non penso la metta in difficolta' per il ruolo da lei ricoperto : le motivazioni della sentenza di Palermo per la assoluzione di Andreotti per il comma 2' dell'art. 530 non dovevano essere pubblicate entro 90 giorni ? Non sono gia' passati i 90 giorni? Perche' i tempi della giustizia in Italia debbono essere sempre condizionati dai tempi della politica (vedi lo slittamento della sentenza di II' grado per la vicenda tangenti GdF che serve a rallentare i tempi della giustizia e a ritardare i risultati della stessa) ?
Termino questo messaggio ringraziandola per cio' che ha scritto nella lettera del 14-08-99 : "A parte il fatto che Gerardo, Ilda, io e poche altri continuiamo a essere li', a svolgere le nostre funzioni con lo stesso impegno e la stessa attenzione di prima." Ad un cittadino come me, che vorrebbe vedere la legalita' piu' tutelata e rispettata sapere che esistono magistrati come lei e quelli menzionati, e' la condizione sufficente per non vedere soffocata e spenta definitivamente la speranza di un futuro migliore.
Cordiali saluti Pietro Campoli