GIUSTIZIA
ROMA - La Svizzera, che poi è il Paese meno
interessato al problema dei processi lumaca, ha già ratificato laccordo bilaterale
che accelera le rogatorie presentate dai magistrati italiani alle autorità elvetiche. A
Roma, invece, a ridosso dello scioglimento delle Camere, il progetto di legge 6499 ancora
ieri sera non compariva nellordine del giorno del Senato che, impiegando poco più di una manciata di minuti, potrebbe
approvare il provvedimento già passato a larga maggioranza alla Camera.
Tecnicamente cè tempo fino allultimo giorno utile della legislatura:
basterebbe dunque, tra oggi e venerdì, uno scatto di volontà da parte dellUlivo e
del Polo in modo da trovare unintesa, come ha auspicato ieri sul Corriere Vittorio
Grevi. E quindi mettere in condizione lufficio di presidenza di poter inserire le
rogatorie con la Svizzera nel pur fitto calendario dei lavori di Palazzo Madama. Il
provvedimento di ratifica del trattato firmato nel settembre del 98 dal
guardasigilli Flick, che introduce anche molte innovazioni sulla videoconferenza con
lestero, è ormai merce di scambio. Il senatore Antonio Di Pietro (quando era
pubblico ministero a Milano istruì da solo 600 processi con rogatorie) accusa la
maggioranza: "Il governo poteva cadere sul federalismo se l"Italia dei
valori" non avesse votato a favore. Bene, in cambio di quel voto noi avevamo chiesto
di non portare avanti la legge sul terzo mandato dei sindaci e il via libera sulle
rogatorie: che cosa fa la maggioranza, perché non conduce in porto la ratifica del
trattato? Cè forse un "polo trasversale" a cui non interessa questo
provvedimento?".
In realtà, prima ancora che il senatore Di Pietro assesti i suoi fendenti, a Palazzo
Madama è già stato bruciato un altro giorno utile nella lotta contro il tempo. Spiega il
vicepresidente del Senato, lazzurro Domenico Contestabile: "Questa è
lultima settimana e cè lo scoglio della riforma sul federalismo. Non credo
che si possano fare le due cose insieme ma se la maggioranza preferisce mettere
allordine del giorno le rogatorie noi saremmo daccordo. Anzi, per lUlivo
potrebbe essere un buona via duscita dopo aver tentato di cambiare la Costituzione a
colpi di maggioranza". Il senatore di Forza Italia non concede nulla di più:
"E vero, il provvedimento è passato alla Camera con una larga maggioranza ma
ratificare questo trattato non risolve mica il problema perché, molto spesso, le
rogatorie proposte dai magistrati italiani non sono sufficientemente motivate. E per
questo rimangono ferme".
Gavino Angius, capo dei senatori Ds, respinge la proposta al mittente: "Sulla
convenzione tra Italia e Svizzera a proposito delle indagini giudiziarie anche sui reati
fiscali, si fa sapere, dalla destra, che questo provvedimento può essere approvato in
Senato solo se la maggioranza non vota il federalismo. Questo è un vero ricatto ed è
evidente la totale inaffidabilità della destra". E Guido Calvi, avvocato e senatore
diessino, dice chiaro e tondo che con tempi così stretti è impossibile che la
maggioranza ce la faccia da sola: "Vogliono boicottare una legge utile per tutti e
questo dimostra il loro scarso senso dello Stato. Ma se non cè laccordo è
inutile tentare: possiamo anche mettere le rogatorie allordine del giorno ma poi il
Polo fa ostruzionismo anche su questo. Con mille emendamenti".
Dino Martirano