Dopo averlo chiamato Berluskaz, Berluskaiser e
soprattutto "mafioso di Arcore", Umberto Bossi spiega come ha fatto ad
aggiustare il tiro, cancellare quelle accuse e a stringere lalleanza con il Polo. Il
mea culpa televisivo, lo recita a "Telelombardia", durante la registrazione del
programma Iceberg: "Tutta colpa di un magistrato che mi era stato presentato da
DAlema. Ma poi io e Maroni capimmo che non cerano prove e che era un gioco di
sponda che cercavano di far passare attraverso di noi".
Chi sia quel magistrato, Umberto Bossi non lo ha mai voluto dire. Nemmeno se fosse allora
in servizio alla procura di Palermo. Ma ancora oggi ripete che era uno che aveva cercato
di "imbrogliare" con lausilio di tanti libri e tante chiacchiere su
Berlusconi emissario dei mafiosi e sulla provenienza dei soldi alla base dellimpero
del leader di Forza Italia. E che se il centrosinistra è a questo punto "è perchè
sente che sta perdendo le elezioni. Anche se io sono saggio e dico che sarà una campagna
elettorale durissima".
Durissima, ma non gradita al leader della Lega che si lamenta delle troppe accuse
personali e della troppo scarsa informazione politica sui programmi: "Meglio un
"Satyricon" di meno e uno spazio informativo in più". Ma anche questo, per
il numero uno del Carroccio fa parte di una strategia della sinistra: "A me non
interessa se Rutelli è un pannellista ... Preferisco parlare di politica, del
ruolo del Parlamento che i nazisti rossi vogliono delegittimare".
In gioco, e lo ha ripetuto in mille comizi e in altrettanti lo ripeterà da oggi al 13
maggio, ci sono le elezioni italiane ma pure il futuro dellEuropa: "Da una
parte cè il centrosinistra che vuole lEuropa sovietica delle lobbies,
dallaltra ci siamo noi che vogliamo lEuropa dei popoli. Dove siano i popoli e
il Parlamento a contare di più". Quindi, armi in spalla, e via ai referendum contro
la legge sul federalismo fatta passare dal governo in zona Cesarini, il giorno prima lo
scioglimento delle Camere: "Dall8 aprile torneranno i nostri gazebo. Nel testo
approvato, ci sono solo tre righe lasciate alle competenze delle Regioni. Tutto il resto
è andato allo Stato o alla commissione europea".
Cè tempo anche per una punzecchiatura di spillo con Pierferdinando Casini,
lalleato del Ccd che ultimamente aveva preso di petto Bossi per la sua proposta di
aumentare i controlli degli immigrati alle frontiere: "Casini parla perché deve
dimostrare di esistere. Alla Lega ci penso io". E poi, rispiega la sua proposta:
"Non ho mai parlato di muri, che quelli li hanno sempre voluti i comunisti. Ho detto
che non si possono aprire le frontiere a tutti e rinunciare alla legalità". Casini,
da Roma, non rilancia: "Non intendo alimentare polemiche tra alleati, per cui non
rispondo a Bossi - dice -. Ma la cosa lievemente ridicola è che i vecchi Dc si lamentano
con me perché non li voglio candidare, e Bossi mi rimprovera esattamente del
contrario"
Repubblica del 20-03-2001
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Bossi attacca i magistrati immigrati, lite con Casini
"Grandi giudici dicevano che Berlusconi era mafioso" la polemica