Descrizione dei fatti del 12-09-94
Prima di elencare il lavoro che ho fatto dopo il 03-03-94 mi soffermo su quanto mi e' accaduto il 12-09-94 prima del dibattito pubblico a cui era presente tra gli altri Massimo D'Alema. Nella lettera del 05-10-94 ne avevo gia' parlato succintamente ora invece spiego piu' in dettaglio cio' che di grave e' successo quel 12-09-94. Spiego in dettaglio quanto mi e' capitato perche' cio' e' utile per far comprendere la grave violazione fatta dagli agenti della Digos di Modena nei confronti di un libero cittadino e permette di capire quali siano anche le motivazioni psicologiche che sono alla base di codesta denuncia frutto di un lavoro che mi e' costato grande impegno e sacrificio ma che ho fatto grazie alla energia procuratami da quella violenza subita.
Quella violenza, che sono stato costretto a subire ma che mai dimentichero', e il lavoro seguente fatto in questi anni, mi hanno permesso di capire il degrado profondo in cui e' precipitata la classe dirigente di questo Paese che, essendo in gran parte corrotta e criminale, irresponsabilmente sta portando alla rovina la societa' civile ancora fondamentalmente sana e onesta. Quel giorno, per causa di forza maggiore, ho dovuto "accettare" di subire quella violenza per me inaccettabile ed ora come cittadino e non come suddito, chiedo giustizia ed alzo la mia voce.
Nell'ambito del festival nazionale dell'Unita' quella sera il tema del dibattito pubblico era : "Le nuvole sull'informazione". Erano presenti tra gli altri : Gianpaolo Pansa,Paolo Mieli direttore del Corriere della Sera, Indro Montanelli e Massimo D'Alema. Avevo deciso di essere presente e di mettermi in prima fila per mostrare ai partecipanti al dibattito un cartello su cui era scritto quanto riportato nella lettera del 05-10-94. Avevo maturato quella decisione perche' ingenuamente speravo ancora nella buona fede di quei pubblici personaggi e quindi ero convinto che ricordandogli con quel cartello quel precedente penale ne avrebbero parlato, essendo in tema con l'argomento della serata, la censura della notizia riguardante il Berlusconi.
Avevo deciso anche questa azione perche' nei mesi di luglio-agosto 1994 avevo verificato la volonta' del mondo dell'informazione di censurare il precedente penale del Berlusconi ed anche perche' Montanelli, nell'articolo "Delitto e castigo" apparso su la Voce del 01-09-94 aveva scritto vergognosamente : "E giustamente,perche' Berlusconi non e' uomo da avviso di garanzia, e tanto meno da manette. Nonostante l'amicizia che un tempo ci lego', io so poco dei suoi affari privati. Ma non credo che abbiano mai intaccato il codice penale." Intuendo che potevo avere problemi nel mostrare il cartello, avevo preparato dei foglietti su cui avevo scritto le stesse frasi del cartello. Sono arrivato nel tendone in cui si sarebbe svolto il dibattito pubblico verso le ore 15:00 mentre era in corso un'assemblea sulle amministrazioni locali presediuta da D'Alema e Burlando.
Mi sono recato con alcune ore di anticipo sotto il tendone del dibattito per avere la certezza di essere in prima fila durante il dibattito. Al termine della assemblea congressuale, defluendo i partecipanti, ho potuto prendere il posto che desideravo e, pur non essendo interessato, mi sono sorbito lo spettacolo di Fabio Fazio che precedeva il dibattito pubblico. Vicino a me c'era uno studente universitario del sud con cui ho iniziato un dialogo e a cui spiegavo cio' che mi proponevo di fare in quella serata. Con me, oltre al cartello avevo anche il libro : "Berlusconi - inchiesta sul signor TV" - edizioni Kaos e il "Codice penale" Editrice la Tribuna perche' volevo utilizzare nei riguardi di possibili ostacoli provenienti dalla forza pubblica quanto riportato a pag. 1397 e che riguarda la sentenza della Cass.pen. sez. V, 04-08-1992, n. 8703. Avevo acquistato il "Codice penale" perche' nell'agosto 1994 avevo avuto gia' uno "scontro" con il comandante dei CC di Monghidoro(Bo) per ottenere un permesso con cui chiedevo di esporre nella pubblica via di quel comune un analogo cartello. Avendo con me il libro di Ruggeri che era la fonte della notizia e il codice penale mi sentivo garantito nell'azione che volevo fare in quella serata. Pur essendo tranquillo di non fare nulla di male per correttezza ho pensato bene di avvertire delle mie intenzioni l'organizzione della festa per cui, struttando la vicinzanza dello studente universitario conosciuto quel giorno, mi sono allontanato dal posto conquistato e mi sono recato ad un tavolo in cui c'erano dei funzionari di partito e la dirigenza della festa.
Ho spiegato quello che mi proponevo di fare, gli ho descritto il contenuto del cartello e poi sono ritornato al mio posto. Finito lo spettacolo di Fazio c'e' stata una pausa nello show all'interno del tendone nell'attesa dell'evento clou della serata. A mezzora dall'inizio del dibattito il pubblico presente stava aumentando sempre piu', era presente la RAI con vari operatori video, era presente la giornalista del TG3 Sciarelli, e ho notato anche la presenza del giornalista Corradino Mineo.
Poiche' avevo il sospetto che qualcosa nel mio piano poteva saltare con lo sguardo osservavo sempre molto attentamente il tavolo a cui mi ero rivolto per informare delle mie intenzioni. Nei miei sospetti non mi ero sbagliato perche' ad un certo punto, circa mezzora prima del dibattito, e' arrivato un gruppo di uomini che ho poi capito essere agenti della Digos di Modena. Con uno di questi della Digos, la persona della dirigenza del partito con cui avevo parlato prima ha confabulato e, indicandomi, penso abbia riferito cio' che intendevo fare. Infatti dopo alcuni secondi, sono stato avvicinato da un signore qualificatosi come agente della Digos e mi ha chiesto informazioni sul cartello. Devo dire che in quel momento provavo molteplici e forti emozioni : avendo deciso da solo senza essermi consultato con esperti di diritto avevo il dubbio di fare qualcosa di illegale e di essere smascherato ; vedendo arrivare l'agente mandato dal funzionario del PDS mi sono sentito "tradito" perche' pensavo in effetti che il mio gesto avrebbe dovuto essere apprezzato e non invece osteggiato come in realta' e' accaduto; sentivo quanto accadeva come una macchinazione per reprimere un giusto diritto riconosciuto al cittadino e essendo io stato studente liceale nel '68 ho sentito in me la spinta a ribellarmi al Potere repressivo che raffiguravo il quel momento nell'agente che mi interrogava.
Seppure con molta fatica ho mantenuto la calma e ho risposto alle domande. Alla fine mi ha chiesto di aprire il cartello e di consegnarglielo. Non avrei voluto farlo ma ho capito che era meglio acconsentire. Questo agente, preso il cartello, ha fatto una decina di metri per portarsi vicino al tavolo della direzione della festa nei pressi della quale vi era anche una persona con i baffi che penso saprei ancora riconoscere avendo buona memoria visiva; ritengo che questa persona coi baffi, di statura medio-bassa e di corporatura robusta, fosse un funzionario perche' anche gli altri agenti attendevano le sue parole per agire. Questo signore, dopo aver letto il contenuto del cartello, mi ha convocato vicino al tavolo e mi ha comunicato che il cartello lo avrebbero trattenuto loro e che io lo avrei potuto ritirare al termine del dibattito presso il posto di polizia presente all'interno della festa.
Lo ripeto, dentro di me provavo fortissime emozioni che erano di rabbia, ribellione per il sopruso che sentivo di subire, odio per il "tradimento" del funzionario di partito ecct. Sono riuscito tuttavia a trattenere dentro di me queste emozioni e ho solamente dichiarato il mio sdegno per il sequestro del cartello e ho affermato che non commettevo alcun reato. Ho tentato anche di argomentare con la sentenza della Cassazione ma non c'era nulla da fare, questo funzionario mi ha detto di andare al mio posto e di rinunciare al cartello. Dovendo rinunciare all'azione che avevo deciso di compiere, dentro di me ho cercato di escogitare tutto cio' che poteva compensare il fallimento del mio proposito. Tornato al mio posto ho parlato con lo studente che seguendo quanto mi stava accadendo era diventato ancor piu' solidale con me. Assieme abbiamo confabulato e alla fine lui si e' dichiarato disponibile per tentare di far avere a Pansa il biglietto con il contenuto del cartello. Poiche' avevo diversi di questi biglietti, ho deciso allora di avvicinare Corradino Mineo al quale sono riuscito a consegnarlo. Ho anche scambiato alcune battute veloci con l'attuale vice-direttore del TG3.
Poiche' gli agenti della DIGOS mi tenevano sempre sotto controllo, quando hanno notato che mi avvicinavo ad altre persone per comunicare la mia iniziativa e quello che mi veniva impedito di fare, mi si sono avvicinati nuovamente e mi hanno apertamente intimato di stare al mio posto se volevo assistere al dibattito, altrimenti mi avrebbero prelevato e portato via. A questo punto mi sono dovuto rassegnare, il rumore della folla sempre piu' crescente ostacolava anche la comunicazione verbale e a quel punto mi sono sentito stordito e frastornato e, profondamente offeso e umiliato, mi sono rassegnato a tornare al mio posto vicino allo studente. Nel frattempo dal movimento delle persone del servizio d'ordine del partito e della forza pubblica si capiva che stavano avvicinandosi i protagonisti del dibattito; dentro di me avrei voluto tentare di allungare a Pansa il biglietto ma mi sentivo fiaccato e senza piu' forze.
Avevo in mano il biglietto ma ero come inebetito; fortunatemente lo studente che era al mio fianco con uno scatto felino, mi ha preso dalle mani il biglietto e si e' portato al lungo tavolo in cui stavano prendendo posto gli attori del dibattito. E' riuscito a richiamare l'attenzione di Pansa e ad allungargli il biglietto. Pansa l'ha letto e dopo averlo ripiegato l'ha riposto in una tasca interna della giacca che indossava. Ricordo anche che un operatore RAI con una cinepresa e' passato davanti a me e quando ho notato che mi inquadrava, ho preso in mano il libro di Ruggeri e ho notato che l'operatore l'ha inquadrato e messo a fuoco. Posso affermare cio' perche' anch'io come dilettante faccio riprese amatoriali con videocamera per cui capisco bene quando si fa una inquadratura e una ripresa.
Essendo riuscito, grazie all'aiuto di quello sconosciuto studente universitario, a consegnare a Pansa il messaggio, l'amarezza e la ferita per la violenza subita si era in parte rimarginata perche' potevo sperare che in quella sera si sarebbe potuto pubblicamente parlare di cio' che mi stava a cuore. La mia speranza invece era mal riposta perche' Pansa durante i suoi interventi ha ritenuto inopportuno menzionare la notizia anche se in vari momenti, durante lo svolgersi del dibattito, sarebbe caduta a fagiolo menzionarla. Termino il racconto che riguarda quel 12-09-94 ricordando che al posto di polizia non mi sono recato per motivi di sicurezza personali in quanto ero rimasto molto shoccato per quello che mi era accaduto ed anche perche' sono certo che non avrei mantenuto la calma necessaria e quindi, conoscendomi bene, avrei rischiato di cadere in possibile provocazioni. Ora ragionando a mente fredda sono felice di avere "lasciato perdere" quella sera; Se quella sera ho rinuciato a pretendere il rispetto di un mio diritto di cittadino libero ora pero' non sono piu' disponibile a lasciar perdere; ora non sono piu' disponibile a lasciar perdere perche', per il lavoro fatto, posso dimostrare con fatti e prove come in questo Paese la classe politica voglia al proprio servizio la gente come sudditi e clienti e non sia invece ella al servizio di cittadini liberi e che giornalisti apparentemente liberi, seri ed indipendenti sono invece disponibili a mettere al servizio dei potenti di turno la loro professionalita' e vengano meno al loro dovere di informare correttamente il cittadino normale.