Spett. Commissione giuridica e per i diritti dei cittadini,
p.c. Proc.Capo della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli
p.c. Ministro di Lavori Pubblici Dr. Antonio Di Pietro
sono un cittadino italiano che documenta e denuncia la inaccettabile violazione di un fondamentale diritto dell'uomo, violazione a danno dei cittadini-elettori italiani che si protrae, per quanto riguarda l'argomento della denuncia, dal gennaio 1994. Questa violazione mi indigna e mi offende profondamente come persona e dall'aprile 1994 vivo in uno stato di tensione e rabbia crescenti, essendo piu' cosciente e consapevole di tale violazione grazie al lavoro che ho svolto su questo argomento e che e' testimoniato dai documenti che ho raccolto.Poiche' questa violazione e' per me inaccettabile e la ritengo concausa di ulteriori gravi violazioni, quali ad esempio la oramai costante diffamazione operata dalle reti televisive Fininvest nei riguardi del Pool di Milano e del dr. Antonio di Pietro, se non avessi dei doveri familiari che mi obbligano a rimanere in questo Paese, avrei gia' deciso di vivere in uno Stato in cui vi sia maggior rispetto della Legalita' e dei Diritti delle persone.
La situazione in cui e' precipitata l'Italia e' il frutto del degrado civile, morale e politico conseguente alla grave crisi politico-istituzionale a causa della quale la illegalita' va aumentando ogni giorno contrastata oramai solamente dall'azione di una parte della Magistratura, azione per la quale persone come me si sentono ancora tutelate e garantite e possono sperare in un radicale cambiamento.
L'episodio di per se inquietante e sintomatico che riguarda la microspia "trovata" nello studio di Berlusconi e' l'ultimo anello di una infinita catena di fatti oscuri che costellano la storia della "democrazia" italiana. Mentre si attendono gli accertamenti da parte della Magistratura italiana, rilevo pero' che questo ritrovamento stranamente si colloca tra la diffusione pubblica del verbale del pentito Francesco Di Carlo su mafia e Berlusconi [ cfr. Avvenimenti n.39] e l'interrogatorio di Berlusconi previsto nella udienza del 16-10-96 del processo che si sta celebrando presso il Tribunale di Milano per presunte mazzette alla GdF, processo nel quale lo stesso Berlusconi e' imputato di reati gravi.
Poiche' mi rifiuto di assistere passivamente a tutto cio' che sta avvenendo nel mio Paese, e poiche' ritengo non piu' tollerabile la confusione creata nella pubblica opinione da quello che io ritengo un segreto accordo-ricatto tra loggia P2 e partito PDS [a proposito ricordo "I rapporti con Gelli : lo scheletro nell'armadio del PCI",cap. IV in M.Teodori, Ladri di democrazia, Pironti Editore, e il libro G.PIAZZESI, Gelli,Garzanti, febbraio 1983], ho deciso di appellarmi a codesta Commissione giuridica per i diritti del cittadino europeo.
Lo stato di confusione generale in cui si trova la pubblica opinione italiana e' dimostrata dal fatto che Berlusconi puo' impunemente affermare, a proposito del rispetto della legalita', che "i miei otto milioni di elettori credono a me e non alle sentenze di questi giudici" [pag.105 TELEVIDEO Gi 17 Ott 01:20:20].
Il Berlusconi dimentica pero' di dire che probabilmente, come dimostro con esempi emblematici piu' avanti in questa lettera, gli otto milioni di elettori italiani, che usa come scudo, non conoscono il precedente penale di cui si e' reso responsabile il 27-09-1988, grazie alla violazione che e' oggetto della mia denuncia. In sintonia con una cosi' aberrante concezione della legalita' vi sono gli oramai quotidiani e inaccettabili attacchi, giustificati dall'esigenza di ritorno alla normalita' del Paese, rivolti ora anche dal PDS alla parte sana della Magistratura italiana, che testimoniano il degrado raggiunto dalla classe politica italiana, la quale invece di liberarsi della parte malata, molto estesa, e dare risposte sensate ai cittadini che chiedono legalita' e giustizia, pensa solamente a gettare fango e discredito sulle poche Istituzioni rimaste ancora pulite in Italia e fornisce risposte inquietanti riguardo ai misteri che hanno avvolto il Viminale.
Per questa ultima affermazione mi riferisco ad una frase pronunciata dal Ministro degli interni in carica, trasmessa dal TG3 del 15-08-1996 ore 19:00. A mie richieste telefoniche per una visione del servizio e per una eventuale copia [telefonate fatte il 09-09-96 ed il 10-09-96 allo 06-33176390], la direttrice Annunziata ha risposto, tramite la sua segreteria, in maniera negativa per cui al momento non mi e' possibile esprimere un giudizio preciso volendo ancora riascoltare con piu' attenzione la frase che mi ha colpito e impressionato molto.
La documentazione che allego a questa lettera prova quanto affermo riguardo l'argomento oggetto della mia denuncia. Sono comunque in possesso di altri documenti che posso eventualmente esibire in una fase successiva.
Vengo ora alla denuncia. Ritengo che sia stato violato il diritto sancito :
dall'art. 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo 10-12-1948 dall'art. 10 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali 4-11-1950 (Gazzetta Ufficiale Italiana n.221 del 24-09-1995) dall'art. 21 della Costituzione Italiana in vigore dal 1-1-1948.
Intendo con cio' riferirmi alla censura, operata dalla pressoche' totalita' dei mezzi di informazioni italiani, della notizia del reato di falsa testimonianza di cui si e' reso responsabile il cittadino Berlusconi Silvio in data 27-09-88 dinnanzi al Tribunale di Verona.
Con sentenza n. 97 n.215/89 del Reg. Gen. della Corte di Appello di Venezia, in giudicato il 13-02-91, il cittadino Berlusconi Silvio e' stato riconosciuto colpevole del reato penale di falsa testimonianza per avere falsamente dichiarato in sede di interrogatorio dinanzi al Tribunale di Verona, in data 27.09.88, di essersi iscritto alla Loggia P2 in un periodio di poco anteriore allo scandalo e di non aver mai pagato una quota di iscrizione.
Nella medesima sentenza si dichiara non doversi procedere, in ordine al reato di falsa testimonianza, nei confronti di Silvio Berlusconi per essere il reato estinto per amnistia. Pur tuttavia nella medesima sentenza si afferma che il Berlusconi ha compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del contestato delitto interrogato in qualita' di teste-parte offesa dinnazi al Tribunale Penale di Verona. Essendo intervenuta la ventitreesima amnistia della storia repubblicana, che io considero una riprova del degrado civile e politico italiano, il reato e gli effetti penali sono stati estinti ma non puo' essere cancellata la responsabilita' morale del reato compiuto.
Questo precedente penale e' di una gravita' tale da precludere la possibilita' a qualunque cittadino di ricoprire incarichi Istituzionali perche' ne compromette la credibilita', requisito imprescindibile per un uomo politico. Puo' rimuovere tale preclusione sopramenzionata solamente una investitura popolare, ottenuta col voto libero e cosciente dei cittadini informati correttamente di un cosi' grave precedente penale.
Poiche' la notizia in oggetto,dopo l'entrata in politica del cittadino-imprenditore Berlusconi non e' stata diffusa presso la pubblica opinione italiana in maniera tale da far decadere la preclusione sopramenzionata, il deputato Berlusconi e' delegittimato in qualita' di rappresentante del popolo Italiano. Nelle pagine allegate a questa lettera e' documentata parte del lavoro da me svolto per ottenere la tutela di questo diritto violato.
Sulla base della documentazione allegata, denuncio per il silenzio che ha avvolto questa notizia :
- la stampa italiana per non avere adempiuto al suo dovere di corretta informazione della pubblica opinione.
- la classe politica per il silenzio riguardo la notizia in oggetto e per la legittimazione come rappresentante del popolo italiano di un cittadino come Berlusconi
- l'ufficio di Presidenza della Repubblica Italiana per non avere ancora dato alcuna risposta alle mie lettere-denuncia scritte il 12-08-1994, il 23-09-95 e il 04-01-96.
Dalla ampia documentazione allegata alla presente lettera, ricordo ora i dati obiettivi piu' eclatanti a scopo esemplicativo.
1- Articolo di Indro Montanelli - "Delitto e castigo" - La Voce del 1-09-94 "Berlusconi non e' uomo da avviso di garanzia, e tanto meno da manette. Nonostante l'amicizia che un tempo ci lego',io so poco dei suoi affari privati.Ma non credo abbiano mai intaccato il codice penale."
2 - Risposta ricevuta dall'on. Violante ex-magistrato, vice-presidente della Camera in data 20-07-95 ad un pubblico dibattito in cui avevo denunciato la censura della notizia attuata anche dal PDS a cui l'on. Violante appartiene.Conservo documentazione video e audio che ho consegnato anche a persone di mia fiducia.
"io non ho nulla da rispondere. La sua domanda e' questa : Berlusconi e' stato condannato per falsa testimonianza e poi ha avuto l'amnistia. .... Va bene e' stato amnistiato per falsa testimonianza, io credo che le responsabilita' politiche di Berlusconi sono molto piu' gravi ...." e ha concluso la risposta raccontando una specie di barzelletta sull'ottimismo del Berlusconi.
3 - Ammissione di ignoranza della notizia in oggetto da parte dell'avv. Carlo Taormina e dell'on. Francesco D'Onofrio. L'avvocato Carlo Taormina ha ammesso di ignorare la notizia della falsa testimonianza di Berlusconi durante una tribuna politica trasmessa da una televisione privata durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 21-04-1996. L'emittente televisiva e' Odeon TV, la domanda e' stata fatta dal direttore del settimanale Avvenimenti Claudio Fracassi. Non ho la registrazione ma ho avuto conferma telefonica dal giornalista circa la veridicita' del fatto.
L' onorevole Francesco D'Onofrio alleato politico di Berlusconi, da me interpellato in diretta alla emittente Italia Radio ha affermato : "No che abbia dichiarato il falso lo dice lei", cfr. trascrizione della mia telefonata ad Italia Radio del 02-04-95 ore 10:10 circa. Conservo registrazione audio del contradditorio con l'on. D'Onofrio e persone di mia fiducia posseggono copia della cassetta.
Termino questa lettera con la trascrizione di affermazioni rilasciate dall'on. Berlusconi Silvio al canale televisivo Italia Uno (di cui e' proprietario), e trasmesse in data 24-03-96 alle ore 12:30 circa. Di questa dichiarazione conservo registrazione su videocassetta.
["I magistrati - non si capisce a chi si riferisca, sicuramente nell'elenco vi sara' il collegio giudicante che ha emesso la sentenza sopracitata - utilizzano il loro potere non per fare Giustizia ma per eliminare il nemico per loro piu' pericoloso, il leader della coalizione avversaria, della coalizione liberale;.... io ho dalla mia il giudizio di 10 milioni di elettori, contro ho o avro' il giudizio di 5,10 persone che hanno vinto un concorso, che sono militanti di una parte politica e che usano la Giustizia a fini politici....."
Queste affermazioni sono la riprova del degrado in cui e' precipitata la classe politica italiana che legittima come leader politico una persona che, sfruttando l'enorme ricchezza accumulata, rifiuta di sottoporsi al giudizio della Magistratura perseguendo l'impunita' contrattata come merce di scambio con il livello di democrazia e di legalita' di un popolo intero.
Fortunatamente una parte della Magistratura riesce ancora a garantire la difesa della legalita' facendo opera di supplenza nei confronti di una classe politica che e' o corrotta o inetta. Se questo settore della Magistratura italiana non avra' la forza di decapitare la parte corrotta della classe politica italiana, il futuro che attende l' Italia sara' di diffusa illegalita', e dopo la stagione delle stragi di Stato, dei misteri e delle deviazioni dei servizi segreti, si dovra' assistere alla impunita' pressoche' generalizzata e le verita' giudiziarie che stanno affiorando in questi ultimi tempi saranno al momento soffocate e allontanate.
Perche' cio' non avvenga mi appello a questa Commissione giuridica affinche' vengano prese le iniziative necessarie per richiamare le Istituzioni italiane al rispetto del diritto violato che ho denunciato.
Fiducioso di ricevere da codesta Commissione una risposta alla mia denuncia, porgo distinti saluti
Campoli Pietro