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un gesto, a casa previti e dell'utri
CLAUDIO RINALDI
Corriere della Sera 20-03-2001
DellUtri, Previti e Berruti: troppo rischiosa la sfida nei collegi. In forse Matacena e Giudice
MILANO - Alla fine ci saranno tutti. Nel
proporzionale, però: difficilmente qualcuno sarà scelto per le sfide pericolose nei
collegi uninominali. Sono gli amici chiacchierati di Silvio Berlusconi, quelli sui quali
Sergio Romano, nelleditoriale di sabato scorso sul Corriere , dà al
Cavaliere questo suggerimento: "Dovrebbe assicurare che non coprirà, con il
mandato parlamentare, gli amici su cui la magistratura sta ancora indagando".
E sotto indagine sono sia lex presidente di Publitalia Marcello
DellUtri che lex ministro Cesare Previti e lavvocato del Milan Massimo
Maria Berruti. Da Forza Italia non trapelano invece certezze su altri
"indagati eccellenti", quei parlamentari a caccia di riconferma accusati di
rapporti con la mafia. È il caso di Gaspare Giudice, rinviato a giudizio per associazione
mafiosa, e di Amedeo Matacena, condannato in primo grado una settimana fa a Reggio
Calabria a 5 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. Per loro -
soprattutto per Matacena appena condannato - le possibilità di spuntarla sembrerebbero
ridotte. Anche perché il "caso Matacena" potrebbe riaprire quelli di Calogero
Mannino, Vito Bonsignore e Carlo Bernini, ovvero i potenti ex dc della Prima Repubblica
che Rocco Buttiglione vorrebbe candidare nel Biancofiore. Ma finora ha dovuto incassare
tre no, esattamente come lex ministro craxiano Gianni De Michelis (Nuovo Psi) che
insiste per presentarsi con la Casa delle libertà. Proprio per questo effetto a catena,
la decisione sarà presa solo "allultima ora dellultimo giorno utile per
presentare i candidati. E sarà Berlusconi a decidere" fanno sapere dai piani alti di
Forza Italia. Incerto anche il destino dellanti-Albertini Massimo De Carolis,
rinviato a giudizio per corruzione sulla vicenda del depuratore di Milano Sud e papabile
per un collegio, purché lontano da Milano.
Ma che effetto fanno le parole di Sergio Romano dentro Forza Italia? Il filosofo Lucio
Colletti è daccordo che "un premier non debba coprire con la propria autorità
le eventuali responsabilità giudiziarie del presente e del passato di suoi amici: chi
può sostenere il contrario senza arrossire?". Tuttavia, invita a riflettere sul
"caso Darida, detenuto per mesi con grande clamore mediatico e poi prosciolto".
Un po quello che dice Antonio Martino: "In un Paese normale - dalemeggia
lex ministro degli Esteri di Berlusconi - non cera neppure bisogno di questa
raccomandazione, giustissima in linea di principio. Però, cozza col fatto che una parte
della magistratura ha dimostrato di seguire criteri assai dubbi. Un esempio? Proprio
DellUtri: fu salvato dallarresto dal voto del Parlamento. Poi quelle accuse
sono state archiviate. Sarebbe stato giusto fargli fare due anni di galera?".
Stefania Prestigiacomo, deputata siciliana, difende i suoi corregionali Giudice e
Matacena: "La presunzione di innocenza vale per tutti, anche per chi milita
in Forza Italia. E poi limmunità parlamentare non è più quella di una volta,
nessuno può impedire che si faccia giustizia".
Giuliano Urbani è il più netto: "La Costituzione non può essere sospesa e non dice
che uno non può essere candidato perché lo stanno indagando. E se indagano
ingiustamente? È la legge a doversi esprimere, nessuno ha il diritto di
"rafforzarla" con valutazioni di sensibilità politica, che è una disposizione
dello spirito. Usarla per interpretare una legge produce solo pasticci".
Enrico Caiano