:: Letture :: «L'odore dei soldi» letto e commentato da Valentina ::

Valentina Tampellini ha pubblicato, qualche tempo fa, nel suo weblog Ocurréncia una serie di riflessioni, in nove pensáte, sul libro:

"L'odore dei soldi" di Elio Veltri e Marco Travaglio, pubblicato nel 2001 dalla Editori Riuniti (pagg. 350, Euro 12,40).

Trovai allora quella lettura così interessante che gli suggerii di riordinarla e pubblicarla in un'unica soluzione.
Valentina ha accettato... a patto che mi interessassi io del tutto.

Ed ecco nel seguito il frutto della nostra collaborazione: le riflessioni di Valentina Tampellini infiocchettate per l'occasione.

 

( Inizio 18 Settembre 2002)

L'ODORE DEI SOLDI (1)
Ho comprato "L'odore dei soldi", di Elio Veltri e Marco Travaglio, e lo sto leggendo con angoscia. Quanti di voi l'hanno letto? chi tra voi l'ha lasciato a metà perché troppo sconcertante? Da oggi vorrei iniziare con voi, qui su ocurréncia un "viaggio" nella Storia d'Italia degli ultimi 30 anni, parlandovi, a piccole dose, di ciò che sto leggendo con tanta apprensione e chiedendovi di discuterne assieme. Alla fine di ogni pensàta c'è, un link che recita "commenta": ecco, vorrei che partecipaste il più possibile alle mie pensàte aggiungendo i vostri commenti in merito alle tematiche che, attraverso i libri di Travaglio e Veltri, cercherò di trattare durante questo viaggio storico, governativo e sociale... Ho bisogno di voi... Ho bisogno di parlare con voi, di sapere che ne pensate di ciò che sta succedendo nel nostro Paese e di ciò, che sta alla base di tutti questi scandali, dell'annunciata distruzione della democrazia italiana. Sono giovane, 30anni non sono tanti, e molti fatti del secolo scorso mi sono sfuggiti.

 Mi ritrovo ora davanti agli occhi la faccia, poco bella, di politici che non so chi siano o se meritano la mia fiducia. Ho bisogno, come forse molti di voi, di capire chi è che ci governa, e alla maggioranza e all'opposizione, qual'è la sua storia, da dove proviene, che errori ha fatto, chi si salva e chi no. Ma soprattutto, al termine di questo piccolo viaggio a puntate, che spero di alimentare con continuità, vorrei provare a capire assieme a voi che cosa possiamo fare per noi stessi, per l'Italia. La manifestazione di Roma di sabato scorso è stata molto importante, si è, rivelata un momento fondamentale per il risveglio della coscienza civica di tutti noi. Dobbiamo iniziare a parlare di più, a confrontarci di più e a dialogare con chi ci governa. Insomma, la nostra voce, di popolo, deve farsi sentire. So che passate in tanti di qua e vi ringrazio per l'amorevole attenzione che dedicate ai miei pensieri e alle notizie che segnalo, e so che non rifiuterete questo mio invito. Mi accontenterete? :) Bhé, riprenderemo presto il discorso...


L'ODORE DEI SOLDI (2)

"La verità è che se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l'accusa di mafia. Col cavolo che portavamo a casa il proscioglimento nel lodo Mondadori (Fedele Confalonieri, La Repubblica - 25 giugno 2000)"

Appena letta nel frontespizio del libro non potevo credere che questa frase c'entrasse col contenuto della lunga ed avvincente dissertazione di Elio Veltri e Marco Travaglio "L'odore dei soldi". Invece mi sono dovuta ricredere, poiché non solo c'entra, ma essa riassume egregiamente 350 pagine di fatti finanziari inquietanti, 30 anni di berlusconi-story, una storia più intrigante e misteriosa di Dallas, più appassionante di La schiava Isaura e più incazzereccia dei Anche i ricchi piangono... sul serio... Senza darlo ad intendere, Confalonieri nel 2000 confidava al quotidiano la Repubblica il succo autentico del significato di mister Berlusconi e di tutto ciò che egli, unto da Dio e da altri Dei con la coppola, fece a partire dal 1970.

È sì, perché ora lo posso dire: Berlusconi è un mafioso. Punto. Mafioso.
Il perché lo vedremo assieme. Cercherò di non tediarvi troppo sulle vicende nè con le mie osservazioni di merito, però vi chiedo di intervenire il più possibile nella zona commenti dei vari post, arricchendo questa mia piccola dissertazione senza pretese con le vostre necessarie opinioni, in modo da poter meglio comprendere insieme il nervo oscuro di questa attuale destra italiana precotta che sta distruggendo il nostro paese, smantellando la giustizia e l'economia, dopo aver ingannato e derubato lo stato per 30 anni.

Come già scrissi, ho bisogno di voi per capire. Un cittadino al di fuori dei giochi come me certe domande se le pone, soprattutto quando inizia a capire che il proprio voto vale qualcosa e che alle elezioni bisogna sapere CHI si andrà a votare. Da almeno un anno mi domando "Ma chi È Berlusconi in realtà? E perché gli hanno permesso di diventare primo ministro, nonostante il conflitto d'interessi? Che cosa vuol fare Berlusconi al governo? Di chi farà gli interessi?"

Ecco, queste domande suppongo ve le sarete poste pure voi, o almeno avrete cominciato a farlo dopo 16 mesi di allucinante governo berluscoso. Bene.
Nel maggio del 2001 credo pochi italiani sapessero chi È realmente Berlusconi e cosa si cela dietro alle sue false promesse. Personalmente non lo votai, ma non avevo comunque le idee ben chiare su chi fosse né sul perché era riuscito a vincere. In tutta sincerità anche molti aspetti della sinistra mi sfuggivano (e tutt'ora mi sfuggono) ma, ogni cosa a suo tempo, forse a tempo debito scioglierò anche quei nodi rossi.
Lo dico sempre: bisogna documentarsi prima di agire, per agire con consapevolezza. E siccome sono anche convinta che parlare troppo di un fatto sia sempre meglio che non parlarne affatto, iniziamo questo nostro viaggio alla ricerca della verità su Berlusconi. Ocurréncia è un'isola felice minuscola, sfruttiamo questo fazzoletto di Internet per confrontarci. Vi va? Bene. Allora cominciamo. :)

COMMENTI

Non credo sia un mafioso punto. Però colluso con la mafia molto probabilmente si'. Non mi devono dire ad esempio che non sapeva bene chi era Mangano: secondo voi Berlusconi si prende uno come stalliere a casa sua e non fa prima un milione di ricerche super-accurate su chi e' e cosa ha fatto in precedenza? Ma daaaaiiiii...
Steber

volevo scrivere: se no non posso commentare... e la cosa mi scoccia!
Chiara

E che cavolo. Ora mi compro il libro. Se non non posso commentare!
Chiara

Berlusconi è un mafioso? Non è questo il punto. Berlusconi è un affarista, uno che sa fare business e lo fa nei modi e con chi ritiene opportuno. E' uno che ha istituzionalizzato la menzogna, ha creato un partito sulla base dei suoi interessi ed è diventato presidente del consiglio coalizzando interessi di parte (suoi e non). Il perché gli italiani lo abbiano votato non è più un mistero: si sono fatti ammaliare dal sorriso (finto), dai discorsi a slogan (finti), dalla sua tv (finta). E in questa finzione non ha mai accettato di confrontarsi in campagna elettorale con il rappresentante dell'opposizione (vera) Rutelli. Anzi si arrogava il potere di decidere lui chi era degno (D'Alema) di confrontarsi con lui. Ciao.
Pietro B. E-mail#blog


L'ODORE DEI SOLDI (3)

Nel mio post precedente si è discusso sulla presunta mafiosità di Berlusconi e molti di voi mi hanno fatto notare che in realtà Berlusconi non è propriamente un mafioso, ma risulta colluso con la mafia.
Avete ragione, ne convengo, poiché i mafiosi possiedono un codice d'onore, hanno una dignità ed osservano rispetto per le gerarchie, per le responsabilità, insomma, nascono fatti in un certo modo, dentro ad una specifica cultura.
Berlusconi non è nulla di tutto questo, ma semplicemente ha lavorato (e lavora) fianco a fianco con la mafia. In un certo senso ha sfruttato l'appoggio della mafia, l'ha strumentalizzata, ma ad essa resterà legato per sempre.

Nel 1974-75 circa approdò alla villa di Arcore un tale Mangano, noto boss mafioso siciliano, grosso intermediario verso gli alti vertici della "cupola" e dal passato inquietante. Questa frase già di per sé è una bomba. Analizziamola.
La villa di Arcore fu acquistata da Berlusconi con un contratto "truffa" pilotato da Previti. Il contratto prevedeva lo scambio della villa con una quota di azioni di borsa di una società del gruppo Berlusconi operante nel settore dell'edilizia. La società fu fatta passare per un affare, ma in realtà non era di fiorente economia, come molte delle società fantasma del gruppo Berlusconi, e le azioni vennero valutate, in sede di contratto, una somma molto alta. Siglato il contratto, il cedente convertì in seguito le azioni in moneta ed ottenne quasi la metà del valore pattuito inizialmente. Fu niente meno che una truffa legalizzata. Previti in questo era, ed è, un maestro. Berlusconi pagò la villa di Arcore con tutti gli ettari di parco e il paese sottostante la metà del valore corrente. La metà.

Ma perché Mangano entrò ad Arcore? Mangano fu assunto come stalliere, a detta di Berlusconi, con la scusa di dover badare ai cavalli. L'aggancio fu rappresentato da Dell'Utri che in quegli anni era molto attivo in Sicilia (tra banche, scuole di calcio e cose così..) ed aveva intrattenuto molti rapporti con la mafia locale. Segnalato da Dell'Utri, amico fidato di Berlusconi e suo ex-compagno di studi universitari, Mangano salì a Milano, dove teneva pure una parte della famiglia.
Questa è la verità raccontata dagli imputati. Ma cosa c'è sotto a questa verità? In quegli anni Berlusconi aveva già cominciato a mettere le mani avanti a Milano e dintorni, per costruire il suo impero e crearsi una rete di fiducia, entro la quale operare senza noie. Dobbiamo ricordare che Berlusconi è da sempre membro attivo della P2 e, come anche Marco Travaglio ha raccontato in uno degli ultimi numeri di MicroMega, fin dagli esordi nell'industria perseguì molti, se non tutti, degli obiettivi segnalati dal venerabile Licio Gelli (tanto per capirci, il culmine dei successi targati P2 lo vediamo oggi sotto ai nostri occhi).

A Milano la mafia già controllava diverse cose e Berlusconi era tampinatissimo. Piersilvio, il figlio maggiore allora di pochi anni, scampò ad un rapimento. Berlusconi era terrorizzato, veramente: si trovò dunque costretto a cercare "protezione". Mangano rappresentava un "lasciapassare", una garanzia, un modo per mettere a tacere incomprensioni tra il gruppo Berlusconi e la mafia.
Ma da dove viene Berlusconi? Il padre, Luigi, lavorava presso la banca Rasini di Milano nella quale fece una discreta carriera. La banca Rasini era tra le banche che si scoprì riciclavano denaro sporco, era insomma uno dei canali preferenziali del riciclaggio di denaro mafioso a Milano. Berlusconi, durante lo sviluppo delle sue innumerevoli Holding (quasi 40 società, delle quali la metà fantasma) si avvalse anche di questa banca, riciclando miliardi.


L'ODORE DEI SOLDI (4)

Nel mio post precedente ho parlato di Mangano, di collaborazione mafiosa di Berlusconi e di una banca, la Rasini. Premetto che probabilmente non sarò molto precisa nel raccontare i fatti, né esaustiva, e perché il materiale è proprio tanto e perché vorrei vi leggeste il libro (durante o dopo questa scorribanda storica su ocurréncia :)
All'inizio degli anni '90 del secolo scorso Paolo Borsellino rilasciò un'intervista scottante che provava e chiariva quali rapporti intercorrevano tra i fratelli Dell'Utri e Mangano: rapporti di traffico di droga e di favori mafiosi. I "cavalli", come si ostinarono a riferire Dell'Utri & company, erano le partite di droga, nel linguaggio tipico dello spaccio. I Dell'Utri (Alberto e Marcello), rientrati a Milano negli anni settanta, lavorarono per alcuni anni con il gruppo Rapisarda che era sfacciatamente colluso con la mafia. Il gruppo finì male, ma proprio male, e mentre il fratello Alberto finì in carcere, Marcello Dell'Utri riuscì a cavarsela con molto meno e si riciclò in seguito come collaboratore di fiducia di Berlusconi, rientrando nelle sue aziende e partecipando attivamente alla creazione e al lancio di Publitalia e Fininvest.
Traggo dall'intervista un paio di battute:

Intervistatore: Mangano era un pesce pilota?
Borsellino: Sì, guardi, le posso dire che era uno di quei personaggi che, ecco, erano i ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa del Nord.

Quest'intervista venne occultata, censurata in tutt'Italia. Veltri l'ha rintracciata presso una rivista, mi pare, francese, comunque in Francia. Rappresenta un documento inedito e allarmante, un documento davvero scottante. Sappiamo tutti che fine fece Borsellino nel '92, non certo per questa intervista, voglio precisarlo. Borsellino come Falcone morì in un attentato mafioso, guidato da Totò Riina, attentato che si spiega facendo tre nomi: Andreotti, Berlusconi e Dell'Utri.
Ma ora la domanda sorge spontanea. Cosa c'entrano Borsellino e Falcone con Berlusconi? Perché ad un certo punto della storia di Fininvest, Mani Pulite e Forza Italia si tirano in ballo le stragi che li assassinarono con mogli e scorte?

COMMENTI

ciao Wile :) sull'inattendibilità di Santoro e veltri non sono molto d'accordo. al momento purtroppo non ho altre vie e altre indagini alla mano, dunque ammetto di proporre un'analisi scarna di fonti, e questa pecca mi duole assai e me ne scuso. comunque sia, credo di riporre fiducia in veltri, che più volte si è dimostrato preparato ed obiettivo. ma qui si accettano tutte le critiche del mondo, anzi, sono le benvenute! grazie molte del commento.
bellachioma

... sullo schifo concordo... però attenzione alle fonti... i francesi sono gli stessi che pubblicano cose simpaticissime sui brigatisti italiani (nei loro giornali a volte prossimi alla beatificazione), i colloqui di Borsellino riportati da Repubblica e dallo stesso Veltri hanno l'attendibilita' delle confessioni del teste omega (e chiedo perdono, ma qui in termini strettamente legali direi che di valore ce n'e' poco... di attendibilita' poi...). Una bella indagine cara Ocurrencia.... ma mi raccomando: rigore giornalistico! Santoro e Veltri sono piu' inattendibili di Bertinotti e Cossutta...

Wile


L'ODORE DEI SOLDI (CHIOSA 1)

Prima di proseguire il nostro viaggio artigianale sulla storia di Forza Italia e di Berlusconi, sospeso alla puntata 4, faccio la prima chiosa su questo lungo e articolato discorso, sul quale vi chiedo ancora una volta di intervenire e di apportare correzioni qualora io risultassi inesatta o insufficiente nelle mie piccole riflessioni.
Oggi in Rete, questa mamma generosa dell'informazione, ho trovato alcune informazioni utili ai fini del mio tentativo di comprendere che cosa sta accadendo in questi mesi al governo e CHI sia l'Italia.
Curzio Bettio, sul sito arcipelago.org, stila una lista di nomi "scottanti", nomi degli appartenenti alle liste di Forza Italia e che operano al governo, dal passato "torbido e indecente", politici "sospetti". Questa lista è contenuta in un suo articolo "A che punto è il programma del governo Berlusconi?", assai eloquente, ed ora ve la copio qui sotto:

BERRUTI MASSIMO MARIA (F.I.): arrestato per corruzione negli anni 80, condannato per favoreggiamento
BIONDI ALFREDO (F.I.): ha patteggiato una condanna per frode fiscale
BONSIGNORE VITO (C.C.D.): condannato a 2 anni per corruzione
BRANCHER ALDO (F.I.): accusato per aver pagato una tangente di 300 milioni a De Lorenzo
CANTONI GIAMPIERO (F.I.): inquisito per vari reati, ha patteggiato alcune accuse
COMINCIOLI ROMANO: imputato a Roma per rapporti con la mafia, latitante per Mani Pulite, imputato per le false fatture in Publitalia (società di Berlusconi). Candidato da Forza Italia
COPPERTINO GIOVANNI (C.C.D.): rinviato a giudizio per calunnia ai danni di due pentiti, noto frequentatore di feste di boss della malavita
DELL'UTRI MARCELLO: pregiudicato, condannato per false fatture, sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa, inquisito per calunnia: capolista per F.I.
DEL PENNINO ANTONIO (F.I.): coinvolto nello scandalo Enimont e in quello della metropolitana di Milano
DE GENNARO GIUSEPPE (F.I.): condannato per voto di scambio
DE RIGO WALTER (F.I.): ha patteggiato una pena di un anno e quattro mesi per aver architettato una truffa ai danni del Ministero del Tesoro e della CEE
FALLICA GIUSEPPE (F.I.): condannato per false fatturazioni in Publitalia
FORTE MICHELE (F.I.): arrestato negli anni 80
GIANNI PIPPO (F.I.): arrestato e condannato in primo grado per concussione
LOMBARDO RAFFAELE (C.C.D.): due volte arrestato
MARTELLI CLAUDIO: pregiudicato, condannato a 8 mesi per tangenti Enimont
NESPOLI VINCENZO (A.N.): coinvolto in un'inchiesta per concussione
PINI MASSIMO (A.N., indipendente): ex detenuto di Mani Pulite
SODANO CALOGERO (F.I.): storico inquisito, paladino degli abusivi
SUDANO DOMENICO (A.N. ): plurinquisito
TOMASSINI ANTONIO: per questo signore la storia ha dell'incredibile; ginecologo, condannato a tre anni per falso; ha prima contraffatto e poi soppresso il cartogramma di una paziente da lui assistita; la bambina è nata cerebrolesa. Questo tizio era in lizza per il ministero della salute.
VERDINI DENIS (F.I.): indagato per falso in bilancio
VIZZINI CARLO (F.I.): salvato per prescrizione da una condanna per tangenti Enimont
PREVITI CESARE: nessun commento; ci sarebbe troppo da scrivere.
BERLUSCONI SILVIO: si presenta da solo.

Devo aggiungere commenti? :)


L'ODORE DEI SOLDI (5)

Nella puntata 4 ho parlato di un'intervista rilasciata da Paolo Borsellino all'inizio del '92. Riporto un brano del libro:

"Due giorni dopo quest'intervista di Paolo Borsellino, il 23 maggio 1992, il Giudice Falcone - distaccato presso il ministero della Giustizia e candidato numero uno per diventare il primo Procuratore nazionale antimafia - salta in aria insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta sull'autostrada Punta Raisi - Palermo in località Capaci."

Tutti ricordiamo quel giorno come uno dei più tragici e terribili della storia italiana moderna. L'omicidio di Falcone fu un chiaro attentato alla Giustizia nella sua totalità e un segnale cupo di oscuri presagi sul governo e sui rapporti tra lo stesso e la malavita mafiosa. La morte di Borsellino qualche mese dopo avvallò questo timore e da allora l'Italia intera rivive con sgomento e rabbia quelle perdite preziose e quell'offesa profonda alla dignità di cittadini, di uomini, di persone che credono nella giustizia, nella legge uguale per tutti e nella libertà.

Riprendendo la domanda con la quale vi avevo congedati la volta scorsa, proverò a procedere in questa difficile e dolorosa analisi.
Perché ad un certo punto della storia di Fininvest e Forza Italia si tirano in ballo le stragi che assassinarono Falcone e borsellino?
Le due stragi ebbero diversi scopi, tra i quali spiccava l'intenzione di cambiare profondamente l'assetto politico del governo, promuovendo l'avanzamento di "persone di fiducia" che potessero stringere più sicuri rapporti di collaborazione con la Mafia, ovvero lo scopo era quello di favorire l'entrata in scena di personaggi potenti finanziariamente che avrebbero certamente potuto rivestire un ruolo legislativo. Berlusconi e Dell'Utri figuravano tra queste persone, soprattutto in qualità di intermediari con Craxi e massoneria italiana. La Mafia avrebbe così potuto mettere letteralmente le mani sulle leggi e favorire i suoi interessi, con la benedizione dei politici.
Ora non vorrei peccare di "analisi semplicistica", ma le cose andarono veramente così: spesso i fatti sono più semplici di quanto si creda e a volte le cause di alcuni determinati accadimenti sono così ovvie che non le vediamo. C'è da aggiungere che la stessa P2 in quegli anni aveva ordito un sottobosco di intenti e progetti che miravano ad indebolire fortemente la forza governativa e la coscienza civica nazionale. Licio Gelli stesso aveva stilato un promemoria di azioni che dovevano essere messe in atto il prima possibile, per "rivoltare dalle radici" lo Stato Italiano.

Secondo un recente articolo di Travaglio (pubblicato sempre su MicroMega) queste "attuazioni" cui fa cenno Gelli sono state in gran parte realizzate durante i due governi Berlusconi (1994 e 2001), oltre a tutta una serie di cambiamenti legislativi che hanno favorito i mafiosi sotto processo (e questa è davvero storia recente).
Nel '94/'95 circa, se non ricordo male, Andreotti fu indagato e processato per l'omicidio Lima. I processi smentirono ogni presunto rapporto mafioso tra Andreotti e Riina, ma le cose stanno assai diversamente. Andreotti non è innocente come lo si vuol far credere. Egli fu colluso con la mafia in qualità di politico e di ponte di collegamento tra mafia e governo, per molti anni. Era il referente mafioso precedente il governo berlusconi, l'ancora di approdo della mafia al governo italiano. La lunga notte della DC portò anche questo lutto in Italia: un governo mafioso, in tutti i sensi. L'omicidio Lima, ebbe il significato anche di un chiaro atto punitivo nei confronti di Andreotti, il quale non aveva accettato di buon grado di suggellare ulteriormente l'alleanza con la mafia, mancando a qualche sua promessa e cercando di "uscirsene".

Forse Andreotti non riusciva più a reggere quel ruolo di protettore e uomo fidato, la paura di essere scoperto lo aveva distrutto. Riina affermò infatti che uccidendo Lima prima e Falcone dopo, Andreotti sarebbe stato additato come politico mafioso e con questa onta avrebbe dovuto dire addio per sempre alla carica di Presidente della Repubblica. Infatti andò proprio così, solo che i suoi avvocati sono riusciti a "salvarlo" in extremis (e mi fa rabbia e ridere la gente che lo considera innocente, come uno che non ha niente da nascondere...). Meriterebbe la galera o almeno la radiazione immediata dalla politica.
Ordunque: spazzato via un partito referente se ne deve trovare uno nuovo, per garantire un posticino caldo alla mafia al governo. Partito nuovo? Già, nuovissimo. Forza Italia fu creata dal nulla proprio a questo scopo, oltre che per assecondare gli illeciti interessi del suo fondatore e messia: Silvio Berlusconi.


L'ODORE DEI SOLDI (6)

Nel mio post precedente ho parlato di un cambio politico al governo italiano, inteso come un cambio di uomini di fiducia che rappresentassero un ponte sicuro, legislativo e finanziario, tra Mafia e Stato.
Forza Italia fu creata dal nulla e alla sua fondazione, al suo assetto, partecipò attivamente anche Bettino Craxi, forte dell'amicizia con Berlusconi.
Mi scuso nuovamente per il mio linguaggio impreciso e claudicante e anche delle poche fonti che posso offrire al momento, ma spero ugualmente potrete seguire questa mia privata e dolorosa analisi della storia d'Italia di fine secolo scorso, con l'intento di capire insieme cosa sta succedendo.

Il partito F.I. venne creato dal nulla, assoldando anche professionisti di rilievo con l'incarico di formare i "nuovi dirigenti" del partito. FI è in realtà un vero e proprio partito azienda, che nasce dalle radici di Fininvest e Publitalia e che persegue, quali scopi principali ma semi-taciuti, due obiettivi cardine: conquista della maggioranza di governo e con essa rafforzamento dei rapporti con mafia e massoneria italiana, per favorire certi interessi di Cosa nostra e salvare dalla galera un sacco di gente, Previti, Dell'Utri e Berlusconi compresi. Non lo si creda un puro servilismo alla mafia, ma piuttosto un "una mano lava l'altra", poiché Berlusconi favoriva (e favorisce) se stesso.
Chiedo scusa, ma parlare di queste cose mi agita terribilmente e mi fa salire una nausea tremebonda e rabbiosa.

Le cose dentro FI procedettero alla velocità della luce. Il partito venne creato a metà del '93 e si presentò alle elezioni del '94. Mi pare anche iniziò una propaganda di marketing tesa ad incamerare il più alto numero di iscritti possibile, attirati da promesse di "lavoro" e di ideali finanziario-economici assolutamente fittizi quanto assurdi. Un sacco di ragazzi si iscrissero, ve lo ricordate? Mi parve proprio una campagna di "arruolamento" in puro stile legione straniera. I giovani tentarono quella strada "politica" ingannati da false promesse, da falsi ideali. Furono divorati da una ideologia privata, di parte, meschina.
Molti professionisti impiegati come "formatori" o consulenti, vennero licenziati e allontanati non appena diventarono "pericolosi" per gli oscuri progetti del partito. C'è da aggiungere che molti dirigenti lasciarono il partito negli anni successivi, dal '96 a oggi, perché consapevoli del "gioco sporco" di Berlusconi e colleghi. Voglio dire: c'è chi ha davvero creduto che FI poteva essere un "vero" partito politico, fondato su ideali di legalità di giustizia e di buon governo e una volta che si è reso conto che così assolutamente non poteva essere, si è visto costretto a presentare le dimissioni e ad uscire da quel girone infernale.

FI è una copertura, una testa di ariete, che ha sfruttato la fiducia degli elettori e la buona fede delle migliaia di persone che lì si sono iscritti. FI è anche la culla dei mafiosi e degli indagati di tangentopoli, di quei politici riciclati che per il loro torbido passato non avrebbero avuto nessun'altra occasione di entrare in parlamento. FI è un'associazione a delinquere legalizzata, accettata dall'Ulivo e della sinistra, applaudita dagli italiani e pianta da chi, deluso da Craxi, ha creduto che il "figlioccio" di Craxi potesse fare giustizia là dove il Bettino aveva volutamente fallito.

Quanti ex socialisti hanno votato FI nel '94 e poi nel 2001? Tanti. Troppi. (E per favore, non applaudite a Stefania Craxi o al fratello Bobo, quando si arrampicano sugli specchi chiedendo "giustizia" per loro padre e straparlando, mentre affermano che egli era un uomo "libero"... già, Craxi era libero di fare i suoi interessi privati, era libero di violare la legge, lui che, piccolo particolare, investiva la carica di primo ministro e avrebbe dovuto pensare al governo, mentre tutto ciò che ha fatto è stato "mentire" dal primo giorno della sua legislatura. Come adesso sta facendo Berlusconi. Buoni allievi si sa hanno sempre buoni maestri alle spalle... vabbè, divagazione del piffero, ma rabbiosa)


L'ODORE DEI SOLDI (7)

 
Nella mia pensàta precedente ho parlato della nascita di Forza Italia e degli scopi principali di questo partito. Non è mia intenzione approfondire ora questo tema, e perché l'attualità di questi giorni è abbastanza eloquente da sé e perché vorrei avanzare nell'indagine sulle fortune misteriose di Berlusconi. Gli argomenti che toccherò sono due o tre, non di più, corredati da commenti del caso.

Il libro di Travaglio e Veltri è assai ricco di particolari e di indagini attente che scavano la storia di Berlusconi esattamente come quando si pela una cipolla: strato dopo strato si arriva alla "verità", che verità, al fine , forse non è, visto che Berlusconi conserva nel suo armadio moltissimi scheletri e chissà cosa salterà fuori prossimamente. Credo che Berlusconi sia una specie di dannato che ha venduto l'anima al diavolo pur di arricchirsi.
Vi consiglio vivamente questo libro, anche se credete che Veltri sia di parte o sia inattendibile, perché vi farà comunque riflettere.

Il prossimo argomento che tratterò è come hanno fatto Publitalia e Fininvest a moltiplicare così in fretta il loro capitale sociale e ad accumulare così tanto denaro, senza peraltro giustificarlo attraverso un'attività florida o produttiva.
Il meccanismo è diabolico e degno della mafia più preparata e attenta. (Non dimentichiamo però tutto il sottobosco politico che giace dietro a questo torbido affare che sono Fininvest prima e FI dopo).

Dietro a queste aziende nacquero e morirono a gran velocità una serie sconsiderata di azienducole (quasi una 40_ina) denominate Holding, che avevano il semplice scopo di far transitare soldi, coprendo degli illeciti e fornendo dei prestanome. Molte Holding nacquero dal nulla, intestate a pensionati, a mezzi parenti di amici di amici, a gente che a momenti manco sapeva di essere l'intestatario di una ditta con capitale sociale di 20 milioni o più. Le stesse scomparivano alla medesima velocità con la quale nascevano.
Questo fu tutto un "teatrino finanziario" dalla portata economica imbarazzante.
Perché si creò questo giro di aziende? Perché fu intessuta questa fitta rete di aziende fantasma, di scambi, di prestanome, di falsi intestatari? Per due motivi: Berlusconi aveva bisogno di denaro, per realizzare tutti i progetti di cui si è fatto cenno e per creare, come vedremo, la prima rete nazionale televisiva privata; la mafia invece aveva bisogno di un "canale sicuro" per i suoi affari. Questa rete fu la prima grande mossa per far entrare denaro sporco nel mercato italiano e, successivamente, per riciclarlo.

La fitta rete di Berlusconi ha riciclato, per quasi 30 anni, miliardi e miliardi di lire sporche, munte dalla mafia e ripulite attraverso le aziende collegate a Fininvest, secondo una furba logica che apparentemente non violava la legge. Per questi reati plurimi Berlusconi e Dell'Utri sono stati indagati nel '96 e molte accuse, per loro fortuna, sono cadute in prescrizione. Berlusconi durante questi processi disse anche "Io sono l'unico politico in Italia che i soldi ce li mette anziché rubarli." A ben considerare non disse una bugia, salvo che quei soldi "puliti" non erano, e vennero poi utilizzati per scopi non proprio probi. Molti di questi miliardi vennero esportati all'estero, in particolare in svizzera, su banche che servirono come appoggio ai canali di tangentopoli gestiti da Previti e compagnia bella. Come si può evincere, il legame tra il gruppo Berlusconi, Tangentopoli, P2 e mafia si fa sempre più chiaro, stretto ed inequivocabile, alla luce dei fatti.

Bastano questi sospetti, più che legittimi, per fare cadere il governo?
Aggiungo l'ultima cosa: l'incubo del conflitto d'interessi già aleggiava su Berlusconi e FI, ma l'opposizione di governo, come ben sappiamo, non fece nulla per impedir loro di avanzare in politica.
Ora mi chiedo: che cosa nasconde in realtà la sinistra? Chi è in realtà D'Alema? Che scheletri stanno insabbiando Bertinotti e gli altri?

COMMENTI

Il tuo lavoro è così ben fatto che non puoi esimerti alla fine delle tue fatiche di "infiocchettarci" il tutto in modo unitario e sotto forma di unico documento leggibile e... linkabile. Difficilmente sapremo da dove Berlusconi ha preso i "denari" per poter diventare quello che è adesso. Non lo permetteranno stai pur certa!
 Pietro B. e-mail#blog

ciao Chiara, grazie del commento. Mi saprai dire del libro, se avrai occasione di leggerlo.
bellachioma

Oddio...non è facile starti dietro Valentina... Cmq grazie: mi stai insegnando molte cose. In attesa di comprarmi il libro le tue esaurienti spiegazioni mi stanno aiutando a capirci qualcosa. Peccato per i commenti: non posso far altro che imparare, per ora. Ne so pochissimo. Evito di dire banalità.
Chiara

Esatto :)
Bellachioma

Forse l'agenda di Calvi ritrovata potrà rispondere a qualcuna di queste tue interessanti domandine ... chissà !
Andrea


L'ODORE DEI SOLDI (8)

Nella mia ultima pensàta ho parlato delle numerose holding create dal team di Berlusconi negli anni '80 e '90, allo scopo principale di riciclare denaro mafioso reintroducendolo nei canali classici economici italiani.
Il secondo scopo di questa oscura operazione finanziaria, dipendente dal primo e interpretabile anche come una sorta di "premio", fu quello di aumentare il capitale societario Fininvest e di tutta la baracca Berlusconi (mi si consenta il francesismo :).
Ciò che riuscirono ad organizzare Berlusconi e Dell'Utri fu una colossale truffa ai danni dello Stato e un rafforzamento assai illegittimo dei rapporti tra Berlusconi e la mafia siciliana.

Adesso, invece, parlerò della nascita di Mediaset e di come essa, nel giro di pochi anni, riuscì a diventare il secondo polo televisivo nazionale, scalzando dal podio la televisione di Stato e modificando la legge, nonché conquistando terreno sulle aziende concorrenti, perseguendo canali discutibili.
Vi chiedo ancora una volta di intervenire nella zona commenti, e per correggere mie eventuali imprecisioni, e per far sentire la vostra voce in merito. Grazie.
Questa fase "televisiva" si colloca in seno alla precedente, poiché molte delle Holding di cui si è parlato la volta scorsa erano aziende televisive locali o sub-locali, sparse in tutt'Italia, soprattutto al Sud (isole comprese), buchi micragnosi che trasmettevano spot di maghi e televendite.

Berlusconi, Galliani (sì, quello della lega Calcio, proprio lui, quello che prima di incontrare Silvio installava antenne, poi divenne il referente principale della rete delle Holding e poi fu sistemato, da pascià, a capo del Milan e della Lega Calcio, con tutti i conflitti di interesse che abbiamo visto la scorsa estate...) e Dell'Utri, con un paio di mosse da veri bluffisti del poker, riuscirono non solo a creare dal nulla una serie imbarazzante di piccole emittenti televisive (sempre col solito trucchetto dei prestanome o attraverso le classiche trattative di compra-vendita), ma anche a collegarle fra loro, costruendo a poco a poco una vera e propria "rete" nazionale televisiva privata, una specie di ragnatela catodica che trasmetteva, in differita, i programmi Mediaset.

Dopo aver creato o comperato molte emittenti locali, Berlusconi organizzò uno scaltro escamotage che gli permise di iniziare a trasmettere in tutt'Italia lo stesso programma alla stessa ora del giorno, pur senza possedere il diritto della diretta e senza che esistesse un'emittente radiotelevisiva unica: dalla sede principale di Milano partivano centinaia di videocassette (vhs) pre-registrate, destinate a tutte le emittenti locali affiliate, polverizzate su tutto il territorio nazionale. Come potete immaginare l'effetto ingenerato era una perfetta sincronizzazione delle trasmissioni, dato che ogni emittente mandava in onda i programmi delle vhs all'ora prestabilita da Mediaset.

Con il colpo di coda di Craxi, alla fine degli anni '80, se non ricordo male, Mediaset ottenne, con tanto di legge (Mammì) l'identità di Rete unica con diritto alla diretta. Grazie poi al governo lampo Berlusconi del '94 e al famigerato decreto "Tremonti" di quell'anno, Mediaset mise le grinfie su centinaia di milioni di materiale cine-televisivo, pagandolo un'inezia e addirittura (quasi non lo si crede ma sembra che sia proprio così) contravvenendo alla legge.

Fu, insomma, una mossa da maestri della truffa: il decreto fu redatto su misura, ma pur nella sua ovvia parzialità, venne puntualmente violato (si sa, nessuno è perfetto, e così il ladro ruba e lascia le impronte digitali...). Dunque, uno scandalo nello scandalo.
A ben leggere, un nuovo obiettivo previsto dal venerabile Gelli era stato raggiunto: con questa tripla mossa (una privata e poi una doppietta parlamentare) non esisteva più solo la Tv di Stato ed il secondo polo televisivo iniziava in pompa magna un avanzamento di potere insperato, e nei profitti e nella versatilità, conquistando non solo le tasche degli italiani, ma anche la loro fiducia.
Ed è qui, sotto agli occhi di quasi 60 milioni di italiani, che si strinse un patto forte e cinico tra industrialotti milanesi, parlamentari socialisti ed ex-democristiani, mafiosi siciliani e massoni interregionali.
La cosa, letta con la coscienza di oggi, ma fa veramente rabbrividire...


L'ODORE DEI SOLDI (9)

La precedente pensàta ha eviscerato un tema assai attuale: la nascita e la crescita del secondo polo televisivo italiano: Mediaset. Dopo canale 5, Berlusconi comperò Rete 4 e Italia 1 e su tutte queste innalzò il suo muro di gomma, tutt'ora posizionato tra chi è veramente e chi vuole si sappia chi è in realtà.

Rete 4 (strappata alla Mondadori, gruppo editoriale che poi cadde in mano al cavaliere) ha sempre avuto la funzione di cuscinetto protettivo: a ben guardare il calendario dei suoi programmi si nota come essa non sia sfruttata come meriterebbe, ma risulta come "parcheggiata". Mi pare sia in giro una voce che la vuole in attesa di ricollocazione proprietaria: insomma, sembra sarà la prima rete Mediaset ad essere venduta.
14 processi pendono sul capo di Berlusconi: di questi più della metà sono caduti in prescrizione, come stanno rischiando di fare i processi Lodo Mondadori e Sme-Ariosto (e proprio in questi giorni il p.m. Ilda Boccassini ha chiesto 13 anni di carcere per Previti e 10 per Pacifico e Squillante). Avete letto bene: PRESCRIZIONE. Ciò significa che Berlusconi non è stato assolto perché dichiarato innocente, ma è stato liberato dalle indagini poiché sono scaduti i termini massimi validi per concludere un processo.
Si attendono sviluppi e sentenze per: Telecinco (frode fiscale); Mafia e bombe (concorso in strage per gli omicidi del'92); Caso Lentini (falso in bilancio per l'azienda Milan); Sme-Ariosto e Lodo Mondadori (corruzione in atti giudiziari); Consolidato gruppo Fininvest (falso in bilancio); Spartizione pubblicitaria (concussione, con la Rai, sull'accordo di tetti pubblicitari per ammorbidire la concorrenza); All Iberian (falso in bilancio).

Berlusconi è coinvolto in numerosi casi di corruzione di giudici e finanzieri, in tangentopoli, in stragi, in molti casi di falso in bilancio e frode fiscale, ha giurato il falso in aula di tribunale più d'una volta, è membro della P2, ha un enorme serie di conflitti d'interesse ed è colluso (fino al collo) con la mafia. Ragazzi, la mafia , oggi 24 ottobre 2002, è al governo più che mai, ce l'abbiamo in casa, nelle televisioni, sui quotidiani, nel caffè che beviamo al mattino. Oggi la mafia è al governo "pubblicamente" e questa avanzata l'abbiamo di fatto consolidata e legittimata. Ora la mafia quasi non si nasconde, perché è salita di diritto alle stanze dei bottoni e muove l'Italia come gli gira e va.

È allarmante e avvilente accorgersi di come la gente non voglia credere a queste cose, non possa proprio credere a questi fatti.
Berlusconi è al capo del governo non solo perché c'è chi l'ha votato (e al sud nel 2001, ricordo, Forza Italia stravinse), ma soprattutto perché l'opposizione gliel'ha permesso. La cosa grave è che sta accentrando su di sé tutti i poteri. Ma scusate: dove è andato a finire il buon proposito di rinominare un nuovo ministro degli esteri? Berlusconi lo promise davanti a tutti gli ambasciatori italiani nel mondo, riuniti a Roma la scorsa estate. Ve lo ricordate? Tutte frottole. E il contratto di finanziamento del Meridione? Ora lo gestisce lui, in prima persona.

Berlusconi è la testa d'ariete di un sottobosco marcio, malavitoso e ripugnante che si sta impadronendo sempre più dei nostri beni e della coscienza di troppa gente.
Personalmente mi trovo d'accordo con Cofferati, che sostiene come non esista più unione all'interno della coalizione di sinistra e come non ci sia di fatto opposizione. Mi fanno rabbia e mi indignano i vari Fassino, D'Alema, Rutelli e Bertinotti, sempre pronti a criticare, sempre pronti a riciclarsi nel "volemose bbene", ma mai pronti ad agire quando lo si deve fare. Sono burattini che assecondano il potere e balbettano "opposizione", fingono contrarietà, ma sono indeboliti da altri interessi.

La legge italiana fa gli interessi dei politici (immunità) e dei potenti. La legge sta cambiando. La legge non sa più chi deve difendere, né chi siano i buoni o i cattivi.

La legge sembra far rispettare la creatività dei furbi a scapito della trasparenza degli onesti. 

(fine 24 Ottobre 2002)

COMMENTI

Berlusconi è colluso con la mafia, ma sarebbe più corretto asserire che è colluso con cosa nostra. Non è un semplice formalismo, come sostenne tra i primi Giovanni Falcone, ma è un dovere dettato dalla precisione. Certe sfumature in Sicilia stravolgono le cose; di mafiosità viene tacciato chi ne ha assorbito la mentalità tanto da sostenere, più o meno direttamente, l'impunità della struttura paramilitare, affaristica e di potere di cosa nostra. Le prove, tanto decantate da una destra accondiscendente, ci sono; sono nei migliaia di atti dei processi che riguardano Berlusconi. Il punto è proprio questo, lo Stato, oramai, è in ostaggio di quella falda di potere che ruota attorno a Berlusconi, e di cui lui, probabilmente è solo l'esponente visibile. Non c'è processo e ne, purtroppo, ci potrà essere, che potrà avallare le prove e farle valere, come avviene per ogni comune cittadino. La gestione monopolistica dell'informazione, ed il controllo dei tempi dell'economia italiana anno fatto il resto. La mia formazione, e informazione, l'ho ottenuta sulla mia pelle; per vent'anni ho vissuto a Palermo e ho visto una città meravigliosa soffocare sotto la perfida ala di altri miei concittadini, è giusto ricordarlo, ma anche, e principalmente di politici (?) e di affaristi senza scrupoli. Moralmente, non ho bisogno di alcun processo per capire che se buona parte dei vecchi politici palermitani ex DC collusi con la mafia sono passati a forza Italia, allora c'è un progetto di continuità o, peggio, di sviluppo. L'Italia sembra trovarsi sulla linea di attraversamento di logiche internazionali, mosse sull'asse delle guerre, dei traffici illeciti, del traffico di armi e dei lavaggi di danaro sporco in paradisi fiscali protetti da oculati segreti bancari. Come ha scritto Carlo Palermo in "Il quarto livello", dietro tutto questo c'è solo un'apparente giustificazione: la ragione di Stato. Un dubbio di fondo però ci assale: ma di quale Stato?
Manilo email # blog

Brava Valentina !!! Condivido pienamente le tue affermazioni e apprezzo l'iniziativa di commentare il libro L'odore dei soldi. Rispondendo a Paolo vorrei dire che queste notizie non sono una novita sono e sono state sotto gli occhi di tutti per anni, bastava leggerle sui giornali, ma forse il problema è proprio questo. leggere. Ciao Valentina avanti cosi.
Falcone maltese #e-mail

ciao Paolo, bhè, io ho fatto queste affermazioni dopo aver letto "L'odore dei soldi" e seguito l'attualità, dopo aver letto articoli di giornale (L'Unità, repubblica, ...) e dopo averne parlato con chi era più informato di me, persone che seguono i fatti di cronaca. Prendi anche atto che su ocurrencia esprimo le mie idee, che so non vanno incontro a quelle di molti e che so bene possono essere contestate. esse valgono quel poco che possono. in giro c'è molta discordanza di idee e parecchie fonti di opposta natura. ognuno esprime ciò che sente. ma sussistono anche fatti. Come dice Ilda Bocassini, non ci si inventano i fatti, quelli sono accaduti, sono scritti. dalla destra di governo sono pure arrivati moniti sull'uso di "testi di storia" di parte: vorrebbero riscrivere la storia. ogni libro deposita fatti di cronaca e pensieri, riflessioni personali, tanto più autorevoli quanto più chi scrive è informato e redarguito sulle possibili fonti. i libri ci aiutano a farci un'idea personale su ciò che accade, non sono sempre un verità colata. vivo nella speranza, credimi, che qualcuno un giorno sia in grado di dimostrarmi che Berlusconi è uno "pulito", mentre non faccio altro che leggere (ovunque: libri, quotidiani, internet...) il contrario. certe notizie (o conclusioni) "scomode" non trapelano mai dalle fonti ufficiali. e certe verità o non verranno mai svelate (Ustica, omicidio calabresi, etc...) o lo faranno solo dopo tempi lunghissimi, quando l'iper-informazione manipolata, sotto la quale siamo letteralmente bombardati, avrà rimosso la memoria collettiva. io non ho voglia di parlare male della gente così, perché mi va, ci mancherebbe! cerco solo di raccontare ciò che leggo, ragionando su quegli scritti, su quelle testimonianze. non mi invento niente e se accadesse vorrei che qualcuno mi dicesse: ehi! non è così. le cose stanno diversamente e bla bla bla, e poi se ne parlerebbe. le provocazioni poi, lo sappiamo, fanno nascere un dialogo, battagliero, sanguinoso o saponoso, ma pur sempre dialogo. Non mi bastano più i telegiornali. grazie del commento :)
Bellachioma

Quando si fanno delle affermazioni così forti (e dire a qualcuno che è colluso con la mafia è un affermazione forte), bisognerebbe citare una fonte o dare delle dimostrazioni concrete di quel che si dice. Questo non vuol dire che io non sia d'accordo con te (anzi) è solo che mi piacerebbe sapere dove si possono reperire tutte queste info. Ciao :)
Paolo #email#blog